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L'opinione |
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Libere
opinioni di dirigenti e soci della FIAB
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Regole
e patente a punti per i ciclisti. Ma cosa ha detto veramente Lunardi?
Cos’ha detto il Lunardi?
In sostanza, che “ci devono essere regole e sanzioni anche per i
ciclisti”. Mi sembrava invece una forzatura giornalistica la
volontà di introdurre una patente a punti anche per quest’ultimi
(troppo assurdo, impraticabile; evidentemente si riferiva ai motorini).
Rispetto all'affermazione
del Ministro, che dire? Presa così, alla lettera, è un po’ strana.
Attualmente il codice
stradale detta regole e sanzioni anche per i ciclisti e la polizia
municipale, all’occasione, non deve altro che farle rispettare. Cioè,
non mi risulta che in Italia sia in vigore una legge del tipo “regole e
sanzioni per i ciclisti sono temporaneamente sospese”.
Quindi il Ministro cosa
voleva dire? Forse che occorrono “nuove” regole? Quali?
La FIAB ha avanzato, già
da tempo, alcune proposte di modifica del “codice della strada”.
Troppe norme tengono conto solo del traffico motorizzato e, per favorire
la mobilità ciclistica, occorre rivederle.
Nella nostra prima bozza
di proposte, ricordo, c’era anche quella di dispositivi di segnalazione
luminosa passiva migliori. Ho letto che il Ministro vorrebbe obbligare i
ciclisti ad indossare di notte la casacca fosforescente (quella per gli
automobilisti) e, personalmente, non la ritengo una proposta malvagia
(anche se dovrebbero essere ammesse soluzioni alternative).
Le regole ci devono
essere anche per i ciclisti, su questo non ci piove. Altrimenti, anche in
un ipotetico mondo senz’auto e con strade solo ciclabili, non sarebbe
possibile convivere.
E le regole ci sono,
magari alcune andrebbero cambiate, ma ci sono. Se poi non le si fa
osservare ….ebbene il Ministro si assuma le sue responsabilità, senza
fare enigmatici proclami.
Altrimenti qualcuno
potrebbe leggere dietro questa frase del Ministro qualcosa di diverso.
Non tanto cioè che il
Ministro ignori che queste regole esistono, ma piuttosto che ritiene le
forze dell’ordine non siano abbastanza “mobilitate” per reprimere
una supposta ondata di “anarchismo ciclistico” dilagante.
Ammesso, e non concesso,
che questo accada, sarebbe una priorità? Con tutte le auto che
impunite parcheggiano ovunque in doppia fila, sui marciapiedi,
oltrepassano anche in città i limiti di velocità, ecc. è contro i
ciclisti, contro quei coraggiosi che osano pedalare in mezzo
ad un traffico bestiale, che si vogliono mobilitare le nostre polizie
municipali? Suvvia, non cadiamo nel ridicolo.
Le forze di polizia
stradale, se incrociano il ciclista in contravvenzione, devono fare il
loro dovere. Però dovrebbero farlo con buon senso, tenendo conto anche
delle circostanze (ad es. il ciclista che pedala su un marciapiede, a
fianco di una di quelle strade pericolose, dove non c’è la pista
ciclabile e dove non si vede ombra di pedone da almeno vent’anni,
teoricamente sarebbe multabile, ma solo teoricamente spero), e
possibilmente senza cadere in certe assurdità come quelle che siamo stati
costretti a denunciare (ad es. quella del ragazzino veronese che
abbacinato dal sole, non vede un camion in divieto di sosta, vi sbatte
contro, cade dalla bici e viene multato “perché non ha mantenuto il
controllo del mezzo”).
Il sospetto è che quella
del Ministro sia una risposta politica per “zittire chi pedala”. Forse
cominciano a dar fastidio tutti quei ciclisti urbani che reclamano a gran
voce propri spazi e propri diritti? Ciclisti urbani di nuova generazione
che, a differenza dei padri e dei nonni, hanno fatto qualche viaggio in
Europa. Hanno visto che altrove si favorisce la mobilità ciclabile, si
fanno piste ciclabili e moderazione del traffico, ciclo-parcheggi, ecc.
Sembra quasi che il
Ministro voglia dire “State zitti indisciplinati. Prima i doveri e poi,
forse, parliamo di diritti”.
La reazione dei ciclisti
mi sembra chiara, a partire da Moser, che non è propriamente
classificabile come “ciclista urbano”.
Una ciclista intervistata
ha risposto seccamente. “Multe ai ciclisti? Prima le piste ciclabili,
poi ne parliamo”. Poveretta, non ha premesso come me “che le regole
vanno rispettate”, e quindi verrà sicuramente tacciata di “politically
incorrect”. Però è riuscita a rendere l’idea dell’”incazzatura
dei ciclisti urbani italiani” (scusatemi il termine, ma “arrabbiatura”
proprio non rende).
Allora, egregio Ministro
Lunardi, le diamo atto che almeno si è ricordato di noi (e questo è già
qualcosa). Però tenga conto del fatto che, per l’assenza di politiche a
favore della mobilità ciclabili, non siamo proprio molto contenti di voi.
Eviti quindi, per favore, di provocarci con tali dichiarazioni e,
piuttosto, se vuol fare qualcosa di buono, cerchi di ascoltare le proposte
di chi usa la bicicletta.
Stefano Gerosa
webmaster sito nazionale FIAB ( www.fiab-onlus.it
)
Dopo
l'intervista a Luigi Riccardi di Radio Capital, dibattito via e-mail tra
Riccardi e un ciclista (Interlocutore) che condivide quanto dichiarato da
Lunardi
Interlocutore
Sabato 20/11 ho ascoltato l'intervista del Vostro Presidente su Radio
Capital.
L'argomento era la decisione del Ministro Lunardi di procedere alle multe
anche per i ciclisti.
Penso che scagliarsi in quel modo contro una decisione assolutamente
corretta sia vergognoso.
Il Vostro Presidente argomentava dicendo che con l'inquinamento che c'è,
con il traffico, con gli incidenti delle auto, pensare di multare i
ciclisti è pazzesco.
In realtà la domanda è: "E' giusto, in caso di violazione del
codice della strada, multare anche i ciclisti?". La risposta non può
essere un elenco di problemi causati dalle auto.
Ciclisti senza luce di sera, ciclisti contromano in centro, ciclisti sui
marciapiedi, ciclisti che sfrecciano nelle zone pedonali, ebbene è giusta
l'impunità?
Se io faccio un incidente di sera con ciclista invisibile, io ci rimetto
come minimo la patente, il ciclista è giusto che non abbia conseguenze?
Sarebbe ora di finirla di guardare solo il proprio orticello e di
diffondere la cultura della legalità e del rispetto delle regole, a
partire proprio da noi. Faccio presente, infatti, che io sono un ciclista;
ho speso quattrini per dotare la mia MB di regolari luci e rispetto sensi
unici e semafori. Probabilmente per Voi sono uno stupido, la tutela la
meriteranno coloro che violando il codice della strada saranno multati e
faranno sceneggiate da vittime degne di miglior causa.
L'unica risposta corretta al quesito di cui sopra era di dirsi
assolutamente d'accordo con la proposta del Ministro, e nel contempo
sollecitare le forze dell'ordine a dare ben maggiore attenzione alle
violazioni del codice della strada da parte di TUTTI, chiaramente partendo
da quelle più gravi e pericolose.
Mi spiace ma sono molto deluso e ritengo le dichiarazioni del Vostro
Presidente contrarie allo spirito del ciclismo.
Riccardi
calma e gesso.
Innanzittutto è vero che la mia risposta è stata un po' sopra le righe e
un tot alterata.
A mia parziale giustificazione vi è il fatto che la telefonata del
giornalista (che mi annunciava la proposta di Lunardi e della quale non
sapevo nulla) mi è arrivata in un particolare momento di agitazione e
cioè intanto che stavo per far partire una manifestazione in bici di
protesta per il nulla che si fa a Milano per favorire la bicicletta
(manifestazione che ha avuto un grande successo).
Per la verità ho anche detto che le infrazioni, tutte anche quelle dei
ciclisti, vanno sanzionate (non so se hanno tagliato questa affermazione o
se è lei che non l'ha sentita). Ho poi detto che la proposta Lunardi è
la cigliegina sopra la torta del caos del traffico urbano e dell'allarme
rosso inquinamento. Con tutti i problemi che ci sono nel traffico delle
città, occuparsi dei ciclisti (e questo lo continuo a pensare) mi sembra
non sia una priorità.
C'è da dire che se dovessi rispondere in questo momento parlerei così:
non posso che ringraziare il Ministro Lunardi il quale - dopo che il
Governo di cui fa parte da tre anni non mette un euro per finanziare la
legge 366/98 che ha lo scopo di erogare contributi agli enti locali per
interventi a favore della mobilità ciclistica - ha il merito con la sua
proposta di segnalare a tutti che tra i veicoli esistono anche le
biciclette.
E espliciterei il concetto, sinteticamente espresso nell'intervista, che
chi va in giro in bici senza luci, passa con il rosso, sfeccia sui
marciapiedi, va contromano, e via infrangendo il CdS, deve comunque essere
sanzionato. Tra l'altro, anche perchè, di nuovo, ricominciare a
sanzionare le infrazioni dei ciclisti significa tornare ad accorgersi che
le biciclette esistono.
Interlocutore
Intanto davvero grazie per la cordiale risposta, fatto raro di questi
tempi.
Sono rimasto male per il tono dell'intervista, solo questo. Io, da
ciclista, insoddisfattissimo per come veniamo trattati, avrei parlato
diversamente; da un lato mi sarei detto totalmente d'accordo col Ministro,
dall'altro avrei segnalato magagne e problemi.
Se si fa la domenica senz'auto protestano gli automobilisti e i
commercianti, se si fa la pista ciclabile protestano i camionisti perchè
la strada si restringe, se si fa il raddoppio di una strada protestano gli
ambientalisti, ecc.. Cerchiamo di ACCONTENTARCI. Benissimo le
manifestazioni per ottenere i finanziamenti dovuti, ma, come dice
giustamente lei, calma e gesso.
Comunque, in merito al macato finanziamento della legge penso che a
parziale scusante vada addotta la crisi mondiale che da anni ci
attanaglia. Da automobilista dico anche che preferisco vedere finanziati
il passante di Mestre, il raddoppio dell'autostrada e la bretella
Campogalliano-Sassuolo.
Magari mi sbaglio, ma cerco di guardare le decisioni del Governo con
l'ottica kennedyana di chiedermi cosa posso fare io per il mio Paese,
piuttosto quello che può fare lo Stato per me.
Riccardi
mi permetta di risponderle ancora (avendo chiarito che anch'io sono per il
rispetto delle regole, da parte di tutti, anche degli sciatori, molti dei
quali ignorano che quando due piste si incociano ha la precedenza lo
sciatore che viene da destra).
E' sulla questione delle priorità.
Poniamo che, in una scala di priorità da 0 a 100, la tangenziale di
Mestre abbia priorità 98 e la bicicletta priorità 5, diminuendo le
risorse bisogna ridurre le spese in proporzione. Nel caso però in cui per
anni si continui a dare zero euro alla bicicletta, vuol dire che il
Governo centrale (si consoli, non solo quello in carica) attribuisce
priorità zero alla bicicletta. Ed è appunto quello che dicevo.
Interlocutore
Sono molto contento di avere un dialogo con lei.
Le sue argomentazioni, sbollita la rabbia (anche la mia...) sono
estremamente corrette e meritevoli di rispetto.
Ho capito perfettamente il problema e sono d'accordo.
Qui da noi, ad esempio, stiamo battendoci per una pista ciclabile meno
pericolosa di quella attuale, quindi "stiamo dalla stessa
parte".
Il
ciclista non è un malfattore Gustosissimo
depliant "artigianale" degli Amici della Bicicletta-Fiab
di Ferrara. Ironia e serietà ben miscelate: il lamento
dell'automobilista, i 10 miti da sfatare, ecc. Utili considerazioni per la
sicurezza ma anche le ragioni dei ciclisti.
Forse gli Amici della Bicicletta della città più "ciclistica"
d'Italia (tra le più affollate di ciclisti d'Europa) hanno qualcosa da
insegnare a tutti? Ma si, forse potremmo rispondere a Lunardi e a tutti
quelli che "straparlano" sulla sicurezza dei ciclisti anche con
un po' di ironia .....
Ve lo proponiamo in
formato PDF (577 kb).
Ciclisti e
regole del Codice Stradale
legalisti
e anti-legalisti Nel
dibattito inevitabilmente scatenato da Lunardi tra ciclisti (ci riferiamo
a quello in rete: e-mail, mailing list, forum, ecc.) è emersa anche
un'antica divisione tra "legalisti" (le regole vanno comunque
rispettate, piuttosto cerchiamo di farle cambiare e avere più spazi e
più diritti) e "anti-legalisti" (il ciclista deve per forza
violare le norme, nel caos del traffico urbano per sopravvivere non ha
scelta).
Si badi bene, non è necessariamente una posizione così netta. Molti
ciclisti magari condividono, con diverse sfumature, entrambe le posizioni.
Ad es. alcuni auspicano una situazione di legalità e cercano di
rispettare il codice, ma ammettono di commettere talvolta delle
"piccole" infrazioni, giustificandosi con l'inconfutabile argomento
che in Italia le regole sono pensate
solo in funzione del dominio incontrastato del traffico a motore.
Interessante e gustoso il dibattito sul sito ciclistica.it: sai
dove ti puoi mettere i punti...
dateci
un'occhiata.
E
adesso su tutto ciò dite la vostra
nel Forum del sito FIAB.
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