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1 - Antefatto: articolo sul Corriere della Sera con una dichiarazione di Lunardi: «Siamo arrivati ad una definizione completa dei doveri di chi viaggia che abbia una bici, un'auto, o un mezzo pesante. È giusto quindi che se esiste una patente a punti per gli automobilisti ci siano regole e sanzioni anche per i ciclisti». L'articolo, anche con un sondaggio dal titolo "Siete favorevoli alla patente a punti per i ciclisti?" faceva pensare che il Ministro la proponesse, cosa poi smentita dal ministro.
2 - L'opinione: quella di Stefano Gerosa, webmaster del sito FIAB. Questa rubrica è aperta a opinioni personali, quindi questa non è necessariamente l'opinione della FIAB (come le opinioni della FIAB non sono necessariamente quelle di chi qui scrive). Regole e patente a punti per i ciclisti. Ma cosa ha detto veramente Lunardi?
3 - Botta e risposta: Dopo l'intervista a Luigi Riccardi di Radio Capital, dibattito via e-mail tra Riccardi e un ciclista che condivide quanto dichiarato da Lunardi.
4 - Un po' di ironia: gustosissimo depliant "artigianale" degli Amici della Bicicletta di Ferrara il ciclista non è un malfattore.
5 - Ciclisti urbani e regole del Codice Stradale: nel dibattito scatenato in questi giorni tra ciclisti (mailing list, forum, ecc.) è emersa anche la solita divisione tra legalisti e anti-legalisti

E poi dite la vostra nel Forum del sito FIAB.

Regole e sanzioni per i ciclisti.. ma cosa ha detto veramente Lunardi?Regole e patente a punti per i ciclisti. Ma cosa ha detto veramente Lunardi?

Cos’ha detto il Lunardi? In sostanza, che “ci devono essere regole e sanzioni anche per i ciclisti”. Mi sembrava invece una forzatura giornalistica la volontà di introdurre una patente a punti anche per quest’ultimi (troppo assurdo, impraticabile; evidentemente si riferiva ai motorini).

Rispetto all'affermazione del Ministro, che dire? Presa così, alla lettera, è un po’ strana.
Attualmente il codice stradale detta regole e sanzioni anche per i ciclisti e la polizia municipale, all’occasione, non deve altro che farle rispettare. Cioè, non mi risulta che in Italia sia in vigore una legge del tipo “regole e sanzioni per i ciclisti sono temporaneamente sospese”.

Quindi il Ministro cosa voleva dire? Forse che occorrono “nuove” regole? Quali?
La FIAB ha avanzato, già da tempo, alcune proposte di modifica del “codice della strada”. Troppe norme tengono conto solo del traffico motorizzato e, per favorire la mobilità ciclistica, occorre rivederle.
Nella nostra prima bozza di proposte, ricordo, c’era anche quella di dispositivi di segnalazione luminosa passiva migliori. Ho letto che il Ministro vorrebbe obbligare i ciclisti ad indossare di notte la casacca fosforescente (quella per gli automobilisti) e, personalmente, non la ritengo una proposta malvagia (anche se dovrebbero essere ammesse soluzioni alternative).

Le regole ci devono essere anche per i ciclisti, su questo non ci piove. Altrimenti, anche in un ipotetico mondo senz’auto e con strade solo ciclabili, non sarebbe possibile convivere.
E le regole ci sono, magari alcune andrebbero cambiate, ma ci sono. Se poi non le si fa osservare ….ebbene il Ministro si assuma le sue responsabilità, senza fare enigmatici proclami.
Altrimenti qualcuno potrebbe leggere dietro questa frase del Ministro qualcosa di diverso.
Non tanto cioè che il Ministro ignori che queste regole esistono, ma piuttosto che ritiene le forze dell’ordine non siano abbastanza “mobilitate” per reprimere una supposta ondata di “anarchismo ciclistico” dilagante.
Ammesso, e non concesso, che questo accada, sarebbe una priorità? Con tutte le auto che impunite parcheggiano ovunque in doppia fila, sui marciapiedi, oltrepassano anche in città i limiti di velocità, ecc. è contro i ciclisti, contro quei coraggiosi che osano pedalare in mezzo ad un traffico bestiale, che si vogliono mobilitare le nostre polizie municipali? Suvvia, non cadiamo nel ridicolo.

Le forze di polizia stradale, se incrociano il ciclista in contravvenzione, devono fare il loro dovere. Però dovrebbero farlo con buon senso, tenendo conto anche delle circostanze (ad es. il ciclista che pedala su un marciapiede, a fianco di una di quelle strade pericolose, dove non c’è la pista ciclabile e dove non si vede ombra di pedone da almeno vent’anni, teoricamente sarebbe multabile, ma solo teoricamente spero), e possibilmente senza cadere in certe assurdità come quelle che siamo stati costretti a denunciare (ad es. quella del ragazzino veronese che abbacinato dal sole, non vede un camion in divieto di sosta, vi sbatte contro, cade dalla bici e viene multato “perché non ha mantenuto il controllo del mezzo”).

Il sospetto è che quella del Ministro sia una risposta politica per “zittire chi pedala”. Forse cominciano a dar fastidio tutti quei ciclisti urbani che reclamano a gran voce propri spazi e propri diritti? Ciclisti urbani di nuova generazione che, a differenza dei padri e dei nonni, hanno fatto qualche viaggio in Europa. Hanno visto che altrove si favorisce la mobilità ciclabile, si fanno piste ciclabili e moderazione del traffico, ciclo-parcheggi, ecc.
Sembra quasi che il Ministro voglia dire “State zitti indisciplinati. Prima i doveri e poi, forse, parliamo di diritti”.
La reazione dei ciclisti mi sembra chiara, a partire da Moser, che non è propriamente classificabile come “ciclista urbano”.
Una ciclista intervistata ha risposto seccamente. “Multe ai ciclisti? Prima le piste ciclabili, poi ne parliamo”. Poveretta, non ha premesso come me “che le regole vanno rispettate”, e quindi verrà sicuramente tacciata di “politically incorrect”. Però è riuscita a rendere l’idea dell’”incazzatura dei ciclisti urbani italiani” (scusatemi il termine, ma “arrabbiatura” proprio non rende).

Allora, egregio Ministro Lunardi, le diamo atto che almeno si è ricordato di noi (e questo è già qualcosa). Però tenga conto del fatto che, per l’assenza di politiche a favore della mobilità ciclabili, non siamo proprio molto contenti di voi. Eviti quindi, per favore, di provocarci con tali dichiarazioni e, piuttosto, se vuol fare qualcosa di buono, cerchi di ascoltare le proposte di chi usa la bicicletta.

Stefano Gerosa
webmaster sito nazionale FIAB ( www.fiab-onlus.it )


Dopo l'intervista a Luigi Riccardi di Radio Capital, dibattito via e-mail tra Riccardi e un ciclista (Interlocutore) che condivide quanto dichiarato da Lunardi

Interlocutore
Sabato 20/11 ho ascoltato l'intervista del Vostro Presidente su Radio Capital.
L'argomento era la decisione del Ministro Lunardi di procedere alle multe anche per i ciclisti.
Penso che scagliarsi in quel modo contro una decisione assolutamente corretta sia vergognoso.
Il Vostro Presidente argomentava dicendo che con l'inquinamento che c'è, con il traffico, con gli incidenti delle auto, pensare di multare i ciclisti è pazzesco.
In realtà la domanda è: "E' giusto, in caso di violazione del codice della strada, multare anche i ciclisti?". La risposta non può essere un elenco di problemi causati dalle auto.
Ciclisti senza luce di sera, ciclisti contromano in centro, ciclisti sui marciapiedi, ciclisti che sfrecciano nelle zone pedonali, ebbene è giusta l'impunità?
Se io faccio un incidente di sera con ciclista invisibile, io ci rimetto come minimo la patente, il ciclista è giusto che non abbia conseguenze?
Sarebbe ora di finirla di guardare solo il proprio orticello e di diffondere la cultura della legalità e del rispetto delle regole, a partire proprio da noi. Faccio presente, infatti, che io sono un ciclista; ho speso quattrini per dotare la mia MB di regolari luci e rispetto sensi unici e semafori. Probabilmente per Voi sono uno stupido, la tutela la meriteranno coloro che violando il codice della strada saranno multati e faranno sceneggiate da vittime degne di miglior causa.
L'unica risposta corretta al quesito di cui sopra era di dirsi assolutamente d'accordo con la proposta del Ministro, e nel contempo sollecitare le forze dell'ordine a dare ben maggiore attenzione alle violazioni del codice della strada da parte di TUTTI, chiaramente partendo da quelle più gravi e pericolose.
Mi spiace ma sono molto deluso e ritengo le dichiarazioni del Vostro Presidente contrarie allo spirito del ciclismo.

Riccardi
calma e gesso.
Innanzittutto è vero che la mia risposta è stata un po' sopra le righe e un tot alterata.
A mia parziale giustificazione vi è il fatto che la telefonata del giornalista (che mi annunciava la proposta di Lunardi e della quale non sapevo nulla) mi è arrivata in un particolare momento di agitazione e cioè intanto che stavo per far partire una manifestazione in bici di protesta per il nulla che si fa a Milano per favorire la bicicletta (manifestazione che ha avuto un grande successo).
Per la verità ho anche detto che le infrazioni, tutte anche quelle dei ciclisti, vanno sanzionate (non so se hanno tagliato questa affermazione o se è lei che non l'ha sentita). Ho poi detto che la proposta Lunardi è la cigliegina sopra la torta del caos del traffico urbano e dell'allarme rosso inquinamento. Con tutti i problemi che ci sono nel traffico delle città, occuparsi dei ciclisti (e questo lo continuo a pensare) mi sembra non sia una priorità.
C'è da dire che se dovessi rispondere in questo momento parlerei così: non posso che ringraziare il Ministro Lunardi il quale - dopo che il Governo di cui fa parte da tre anni non mette un euro per finanziare la legge 366/98 che ha lo scopo di erogare contributi agli enti locali per interventi a favore della mobilità ciclistica - ha il merito con la sua proposta di segnalare a tutti che tra i veicoli esistono anche le biciclette.
E espliciterei il concetto, sinteticamente espresso nell'intervista, che chi va in giro in bici senza luci, passa con il rosso, sfeccia sui marciapiedi, va contromano, e via infrangendo il CdS, deve comunque essere sanzionato. Tra l'altro, anche perchè, di nuovo, ricominciare a sanzionare le infrazioni dei ciclisti significa tornare ad accorgersi che le biciclette esistono.

Interlocutore
Intanto davvero grazie per la cordiale risposta, fatto raro di questi tempi.
Sono rimasto male per il tono dell'intervista, solo questo. Io, da ciclista, insoddisfattissimo per come veniamo trattati, avrei parlato diversamente; da un lato mi sarei detto totalmente d'accordo col Ministro, dall'altro avrei segnalato magagne e problemi.
Se si fa la domenica senz'auto protestano gli automobilisti e i commercianti, se si fa la pista ciclabile protestano i camionisti perchè la strada si restringe, se si fa il raddoppio di una strada protestano gli ambientalisti, ecc.. Cerchiamo di ACCONTENTARCI. Benissimo le manifestazioni per ottenere i finanziamenti dovuti, ma, come dice giustamente lei, calma e gesso.
Comunque, in merito al macato finanziamento della legge penso che a parziale scusante vada addotta la crisi mondiale che da anni ci attanaglia. Da automobilista dico anche che preferisco vedere finanziati il passante di Mestre, il raddoppio dell'autostrada e la bretella Campogalliano-Sassuolo.
Magari mi sbaglio, ma cerco di guardare le decisioni del Governo con l'ottica kennedyana di chiedermi cosa posso fare io per il mio Paese, piuttosto quello che può fare lo Stato per me.

Riccardi
mi permetta di risponderle ancora (avendo chiarito che anch'io sono per il rispetto delle regole, da parte di tutti, anche degli sciatori, molti dei quali ignorano che quando due piste si incociano ha la precedenza lo sciatore che viene da destra).
E' sulla questione delle priorità.
Poniamo che, in una scala di priorità da 0 a 100, la tangenziale di Mestre abbia priorità 98 e la bicicletta priorità 5, diminuendo le risorse bisogna ridurre le spese in proporzione. Nel caso però in cui per anni si continui a dare zero euro alla bicicletta, vuol dire che il Governo centrale (si consoli, non solo quello in carica) attribuisce priorità zero alla bicicletta. Ed è appunto quello che dicevo.

Interlocutore
Sono molto contento di avere un dialogo con lei.
Le sue argomentazioni, sbollita la rabbia (anche la mia...) sono estremamente corrette e meritevoli di rispetto.
Ho capito perfettamente il problema e sono d'accordo.
Qui da noi, ad esempio, stiamo battendoci per una pista ciclabile meno pericolosa di quella attuale, quindi "stiamo dalla stessa parte".


Il ciclista non è un malfattore

Gustosissimo depliant "artigianale"  degli Amici della Bicicletta-Fiab di Ferrara. Ironia e serietà ben miscelate: il lamento dell'automobilista, i 10 miti da sfatare, ecc. Utili considerazioni per la sicurezza ma anche le ragioni dei ciclisti.
Forse gli Amici della Bicicletta della città più "ciclistica" d'Italia (tra le più affollate di ciclisti d'Europa) hanno qualcosa da insegnare a tutti? Ma si, forse potremmo rispondere a Lunardi e a tutti quelli che "straparlano" sulla sicurezza dei ciclisti anche con un po' di ironia .....
Ve lo proponiamo in formato PDF (577 kb).


Ciclisti e regole del Codice Stradale
legalisti e anti-legalisti

Nel dibattito inevitabilmente scatenato da Lunardi tra ciclisti (ci riferiamo a quello in rete: e-mail, mailing list, forum, ecc.) è emersa anche un'antica divisione tra "legalisti" (le regole vanno comunque rispettate, piuttosto cerchiamo di farle cambiare e avere più spazi e più diritti) e "anti-legalisti" (il ciclista deve per forza violare le norme, nel caos del traffico urbano per sopravvivere non ha scelta).
Si badi bene, non è necessariamente una posizione così netta. Molti ciclisti magari condividono, con diverse sfumature, entrambe le posizioni.
Ad es. alcuni auspicano una situazione di legalità e cercano di rispettare il codice, ma ammettono di commettere talvolta delle "piccole" infrazioni, giustificandosi con l'inconfutabile
argomento che in Italia le regole sono pensate solo in funzione del dominio incontrastato del traffico a motore.
Interessante e gustoso il dibattito sul sito ciclistica.it:
sai dove ti puoi mettere i punti... dateci un'occhiata.


E adesso su tutto ciò dite la vostra
nel Forum del sito FIAB.


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