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L'opinione |
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Libere
opinioni di dirigenti e soci della FIAB
Che tutti possono commentare nel Forum |
Le
biciclette se ne stiano fuori dai piedi (ovvero dalle ruote)
Leggo, via internet,
sull'Arena di Verona del 6 ottobre un articolo sul traffico. Questa volta
parla un consigliere comunale (di centro-destra, per la cronaca, ma certe
opinioni sono moneta corrente anche a sinistra).
Le solite proposte, che ormai si sentono ad ogni convegno (più rotatorie,
meno semafori, bisogna rendere il traffico più scorrevole), in ossequio a
nuove "dottrine" che, così interpretate rischiano solo di far
danni (visto che, mentre nel resto d'Europa si sposano con la
"moderazione del traffico", qui da noi mirano solo a favorire il
trasporto motorizzato).
Però tra queste leggo anche, e come ciclista urbano in un attimo di
fugace distrazione me ne compiaccio, "più piste ciclabili ma
protette e lontane dalle auto per non intralciarle".
E no, aspetta! Le biciclette non devono intralciare? E le auto, cosa
fanno? Danno spazio e aria fresca alle città?
Ma siamo seri! Cari politici (di ogni colore), l'abbiamo capito benissimo
che volete costruire solo strade per auto. Quindi, per favore,
risparmiateci illusioni. Depennate dalla vostra agenda le piste ciclabili.
Tanto, prima o poi vi tradite: si vede benissimo che le citate solo
perché "fa tendenza" ma che non ci credete nemmeno un po'!!
Io invece, parafrasando un celebre slogan di Critical Mass, vorrei qui
ribadire che "le biciclette non intralciano il traffico ma fan
parte del traffico".
E per quante piste ciclabili si costruiscano (speriamo tante e magari ben
fatte) resterà sempre la necessità di far convivere sulla strada diversi
utenti. Gli automobilisti nostrani dovrebbero imparare a guidare con
maggior rispetto per pedoni e ciclisti.
Anzi diciamo di più: se i ciclisti urbani aumentassero, come in Olanda e
Danimarca gli automobilisti dovrebbero rassegnarsi ad averne sempre un po'
"tra i piedi" (pardon tra le ruote) , rispettandoli (come si fa
in quei Paesi, dove personalmente ho assistito a spettacoli di cortesia da
parte degli automobilisti che oserei definire "esagerati").
Quindi non rovesciamo il problema: le piste ciclabili servono per rendere
più sicuro l'utilizzo della bicicletta e quindi per convincere più
cittadini ad adottarla quale mezzo di spostamento.
Separate e lontane dalle auto? Certo, ovvio, per i polmoni dei ciclisti e
per la piacevolezza del pedalare, quando si può meglio farle su percorsi
alternativi, diretti ma lontani dalle vie di grande scorrimento. Però
dove non è possibile è meglio la ciclabile contigua alla strada che il
"far-west".
Ed è altrettanto ovvio che le piste ciclabili, anche quelle "lontane
dalle auto", prima o poi si debbano intersecare con la viabilità
ordinaria, interessando incroci dove la presenza di auto, biciclette e
pedoni va regolamentata, tutelando i diritti di tutti.
La differenza la vera Amministrazione "amica della bicicletta"
la fa quando da ai ciclisti qualche diritto in più, qualche tutela in
più, lanciando un messaggio chiaro e forte alla cittadinanza: "usate
la bicicletta e la città ne trarrà giovamento". Se il problema è
invece toglierci dai piedi (pardon dalle ruote) perché intralciamo le
auto, ahimè, cari ciclisti, ci aspettano tempi duri e cupi (… va bè,
tanto ci siamo abituati).
Stefano Gerosa
ex consigliere di FIAB-Amici della Bicicletta di Verona (ora
trasferito in una città dove per la mobilità ciclabile si sta facendo
veramente qualcosa) e tuttora webmaster sito nazionale FIAB ( www.fiab-onlus.it
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