ARCHIVIO: questo è il vecchio sito FIAB (anni 1998 - 2012)

VAI AL NUOVO SITO

 

Home Page

L'opinione

Libere opinioni di dirigenti e soci della FIAB
Che tutti possono commentare nel Forum
L'opinione Home Page   E tu, cosa ne pensi?
 
Vai nel Forum e rispondi

Le biciclette se ne stiano fuori dai piedi (ovvero dalle ruote)

Leggo, via internet, sull'Arena di Verona del 6 ottobre un articolo sul traffico. Questa volta parla un consigliere comunale (di centro-destra, per la cronaca, ma certe opinioni sono moneta corrente anche a sinistra).
Le solite proposte, che ormai si sentono ad ogni convegno (più rotatorie, meno semafori, bisogna rendere il traffico più scorrevole), in ossequio a nuove "dottrine" che, così interpretate rischiano solo di far danni (visto che, mentre nel resto d'Europa si sposano con la "moderazione del traffico", qui da noi mirano solo a favorire il trasporto motorizzato).
Però tra queste leggo anche, e come ciclista urbano in un attimo di fugace distrazione me ne compiaccio, "più piste ciclabili ma protette e lontane dalle auto per non intralciarle".
E no, aspetta! Le biciclette non devono intralciare? E le auto, cosa fanno? Danno spazio e aria fresca alle città?
Ma siamo seri! Cari politici (di ogni colore), l'abbiamo capito benissimo che volete costruire solo strade per auto. Quindi, per favore, risparmiateci illusioni. Depennate dalla vostra agenda le piste ciclabili. Tanto, prima o poi vi tradite: si vede benissimo che le citate solo perché "fa tendenza" ma che non ci credete nemmeno un po'!!
Io invece, parafrasando un celebre slogan di Critical Mass, vorrei qui ribadire che "le biciclette non intralciano il traffico ma fan parte del traffico".
E per quante piste ciclabili si costruiscano (speriamo tante e magari ben fatte) resterà sempre la necessità di far convivere sulla strada diversi utenti. Gli automobilisti nostrani dovrebbero imparare a guidare con maggior rispetto per pedoni e ciclisti.
Anzi diciamo di più: se i ciclisti urbani aumentassero, come in Olanda e Danimarca gli automobilisti dovrebbero rassegnarsi ad averne sempre un po' "tra i piedi" (pardon tra le ruote) , rispettandoli (come si fa in quei Paesi, dove personalmente ho assistito a spettacoli di cortesia da parte degli automobilisti che oserei definire "esagerati").
Quindi non rovesciamo il problema: le piste ciclabili servono per rendere più sicuro l'utilizzo della bicicletta e quindi per convincere più cittadini ad adottarla quale mezzo di spostamento.
Separate e lontane dalle auto? Certo, ovvio, per i polmoni dei ciclisti e per la piacevolezza del pedalare, quando si può meglio farle su percorsi alternativi, diretti ma lontani dalle vie di grande scorrimento. Però dove non è possibile è meglio la ciclabile contigua alla strada che il "far-west".
Ed è altrettanto ovvio che le piste ciclabili, anche quelle "lontane dalle auto", prima o poi si debbano intersecare con la viabilità ordinaria, interessando incroci dove la presenza di auto, biciclette e pedoni va regolamentata, tutelando i diritti di tutti.
La differenza la vera Amministrazione "amica della bicicletta" la fa quando da ai ciclisti qualche diritto in più, qualche tutela in più, lanciando un messaggio chiaro e forte alla cittadinanza: "usate la bicicletta e la città ne trarrà giovamento". Se il problema è invece toglierci dai piedi (pardon dalle ruote) perché intralciamo le auto, ahimè, cari ciclisti, ci aspettano tempi duri e cupi (… va bè, tanto ci siamo abituati).

Stefano Gerosa
ex consigliere di FIAB-Amici della Bicicletta di Verona (ora trasferito in una città dove per la mobilità ciclabile si sta facendo veramente qualcosa) e tuttora webmaster sito nazionale FIAB ( www.fiab-onlus.it )


Home Page