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La FIAB del Veneto contesta i dati di Legambiente (Ecosistema Urbano 2010)

I dati forniti da Legambiente su l’Ecosistema Urbano non rispecchiano la realtà. La FIAB - Amici della Bicicletta del Veneto invita Legambiente a rivedere i parametri che analizzano il rapporto sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani.

Nonostante l’iniziativa di Legambiente vada a colmare un vuoto che gli organi governativi hanno creato non occupandosi di verificare quale sia la politica delle varie amministrazioni sui carichi ambientali, la qualità delle risorse e la capacità di gestione e tutela ambientale dei capoluoghi italiani, i dati relativi all’Ecosistema Urbano 2010 forniti dall’associazione ambientalista non  sono sufficientemente attendibili. Come FIAB Veneto abbiamo messo a fuoco i risultati relativi alla ciclabilità con particolare riferimento alle città del nord Italia dove, notoriamente, vi è più attenzione per i temi ambientali e della sostenibilità. L’Osservatorio della ciclabilità della FIAB ha monitorato molte delle città italiane smentendo, sotto vari punti, i dati di Legambiente.

Verona, che poco o nulla ha fatto negli ultimi 10 anni, non può essere più ciclabile di Bolzano dove uno spostamento su quattro viene effettuato in bici, o di Padova che ha una rete di piste ciclabili tra la più estese d’Italia con ben 125 chilometri. La stessa Mestre ha una rete di oltre 90 chilometri con oltre il 40% degli studenti residenti in città che raggiungono su due ruote gli Istituti. Inoltre scrutando meglio i dati di Ecosistema Urbano 2010 si può vedere che Vicenza è fortemente penalizzata dalla graduatoria di Legambiente e ci risulta difficile pensare che il Comune abbia fornito i dati per difetto.

“Riteniamo – afferma il presidente della FIAB Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Antonio Dalla Venezia – che le criticità dell’analisi di Legambiente siano molte e non tutte riconducibili all’autocertificazione dei Comuni. Bisognerà quindi che la più grande associazione ambientalista italiana riveda alcuni parametri dell’indagine. Divulgare dati non attendibili, promuovere o bocciare i Comuni sulla base di dati non verificati o non significativi può essere pericoloso e rischia di vanificare il lavoro che molte associazioni svolgono in ambito locale”.

 

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