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Sempre più
spesso ci segnalano episodi di questo genere. Ne pubblichiamo uno tratto
da articolo comparso su un giornale.
La comitiva per raggiungere la meta aveva scelto il treno, prenotando i biglietti in convogli con il servizio-bici: partiti sabato da Mestre, l'altro ieri per tornare hanno preso, alle 18.50, il Regionale da Peschiera. «Il viaggio è iniziato male dice Colla Prima il cambio all'ultimo momento del binario d'arrivo che ci ha costretto a correre, con le bici in spalla, per salire. Poi, mentre saliamo, le porte che tutto d'un tratto si chiudono: gridando siamo riusciti a richiamare la capotreno, che con la chiave ha tenuto aperte le porte per farci salire». Dato il precedente, i cicloturisti all'arrivo a Mestre, alle 20.30, si preparano per tempo. «Ma mentre stiamo scendendo il treno all'improvviso riparte per Venezia, con tre di noi che non sono riusciti a scendere e una bici mezza dentro e mezza fuori la porta, rimasta aperta. Ho dovuto percorrere tutto il convoglio, fin quasi a Santa Lucia, per trovare il capotreno, che alle nostre proteste ha risposto di non essersi accorto che c'erano ancora persone che stavano scendendo», lamenta la maestra. Ma oltre all'ansia e ai disagi, tra cui quello di dover riprendere un treno per tornare a destinazione, al ritorno a Mestre i reduci fanno un'altra scoperta: uno del gruppo, un 75enne di Mestre, cardiopatico e diabetico, l'ultimo che ce l'aveva fatta a scendere, con la partenza improvvisa del treno, si è fatto male e gli si è riaperta una ferita alla gamba dovuta a un recente intervento: ha fatto denuncia in stazione e ieri si è dovuto rivolgere al suo medico. «Allucinante: posso capire che succeda una volta, ma due nello stesso viaggio lamenta la maestra Colla Trenitalia fa proclami sul viaggio sicuro in treno per i ciclisti, ma poi è questa la considerazione che c'è nei loro riguardi?». Nicola De Rossi
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