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Dr Riccardi L. , Presidente Federazione Italiana Amici della Bicicletta - FIAB Premessa: l’integrazione modale per sostenere lo sviluppo della bicicletta Per favorire lo sviluppo
dell’uso della bicicletta - o meglio, per far decollare effettivamente
una politica a sostegno di questo mezzo di trasporto - sono necessari
molteplici e contestuali interventi, sia dal lato dell’offerta di
infrastrutture e di facilities, sia dal lato della domanda di mobilità
ciclistica. Con riferimento agli spostamenti quotidiani dei commuters, va segnalato che il bacino di utenza di una stazione o di una fermata di un mezzo pubblico di trasaporto è calcolato in 100 chilometri quadrati, essendo la percorrenza normale in bicicletta compresa entro i 5 o 6 chilometri. Dunque, volendolo, la maggioranza della popolazione - soprattutto nelle aree più popolate e dotate di infrastrutture e linee di trasporto pubblico - potrebbe arrivare con la bicicletta, depositarla in stazione o caricarla sul treno, e proseguire il viaggio in treno. Ma l’integrazione modale bici treno è molto utile anche per favorire il cicloturismo del quale costituisce un indispensabile supporto. Infatti, permette ai cicloturisti di effettuare le loro escursioni, oltre che nel territorio vicino a casa, anche in altri territori situati in un raggio che può raggiungere anche i 100/200 chilometri; rende possibile le escursioni in linea (con partenza dell’escursione da località dotata di stazione ferroviaria per terminarla in un’altra località dove prendere il treno per il ritorno), a differenza di quanto si può fare avendo l’auto come supporto; rende possibile i grandi viaggi, anche in altri Paesi, senza essere schiavi della macchina. I principali aspetti in cui si articola l’integrazione modale sono i seguenti: a) servizio di trasporto delle biciclette sui treni; b) presenza nelle stazioni, quanto più vicino possibile ai treni, di attrezzature per il parcheggio sicuro delle biciclette; c) accessi facilitati per le biciclette (percorsi protetti) verso le stazioni ferroviarie; d) attivazione dei servizi di deposito e di noleggio delle biciclette nelle situazioni interessate da consistenti flussi di traffico pendolare o connessi al turismo (città d’arte, località prossime a parchi naturali ed altre); e) apertura nelle grandi stazioni di veri e propri punti bici (deposito, noleggio, riparazione, vendita di bici e accessori); f) eliminazione delle barriere architettoniche per la movimentazione delle biciclette all’interno delle stazioni (anche mediante il posizionamento sulle scale di semplici canaline lungo le quali fare scorrere le biciclette). Trenitalia Su proposta, e a seguito di
una pressante azione di lobbying, della FIAB, le Ferrovie dello Stato, la
cui azienda per l’esercizio si chiama ora Trenitalia, all’inizio degli
anni ’90, hanno istituito il servizio di trasporto delle biciclette su
alcuni, pochi, treni regionali. Sui treni non abilitati al
servizio - esclusi in ogni caso gli euro star - è comunque sempre
possibile portare la bicicletta, purchè con le ruote smontate e contenuta
in una apposita sacca, quindi come se fosse un bagaglio e però,
stranamente, sempre con l’obbligo di munirsi del ticket. Nel 2000, la prima domenica di primavera, Trenitalia e FIAB hanno indetto congiuntamente la Giornata Nazionale Bici in Treno per far conoscere il servizio al grande pubblico: in quel giorno, la bici ha viaggiato gratuitamente. Anche altre aziende di trasporto locale hanno aderito alla Giornata. La FIAB in quel giorno ha organizzato decine di escursioni cicloturistiche con la formula bici più treno. Si è deciso che la Giornata verrà ripetuta domenica 24 marzo 2002. Molto poco invece è stato fatto per concretizzare gli altri aspetti, di cui si è detto sopra, della integrazione modale; così come è del tutto insufficiente il servizio di trasporto bici sui treni a lunga percorrenza e internazionali; inoltre si stanno evidenziando nuovi problemi - come l’eliminazione di vecchi bagagliai per il trasporto delle bici delle comitive non sostituiti da nuovi, o l’introduzione di nuove carrozze prive del tutto di spazi per l’alloggiamento delle biciclette - che rischiano di mettere in discussione le “conquiste” già ottenute. E’ per questo che nello
scorso mese di luglio la FIAB ha approvato una risoluzione che contiene
una piattaforma di richieste da presentare a Trenitalia e da sostenere con
le necessarie azioni di pressione. Il trasporto locale ed urbano In questi ultimi anni, in
tema di integrazione modale bici mezzo pubblico di trasporto, qualcosa è
successo - soprattutto per quanto riguarda il trasporto delle biciclette -
anche sulle ferrovie e sulle autolinee locali in concessione e sui mezzi
di trasporto urbano. Per quanto riguarda il trasporto
urbano, si segnala innanzittutto la metropolitana di Milano, dove il
servizio trasporto bici è consentito al sabato, alla domenica e negli
altri giorni festivi, oltre che tutti i giorni feriali.…dalle 8 p.m. a
fine servizio. Oppure la metropolitana di Roma dove il servizio di
trasporto bici sui treni è consentito solo la domenica. Altri mezzi di trasporto Più tradizionali - e in verità senza meriti per la FIAB - sono i servizi di trasporto delle bici sulle navi che solcano il Mediterraneo, sui battelli e traghetti della navigazione lacustre sui grandi laghi del nord (Maggiore, Como, Garda), ma anche su altri mezzi come la funicolare Como-Brunate o la cremagliera Torino-Superga. Le ferrovie dismesse Anche se il recupero a
cyling path dei sedimi delle ferrovie dismesse rappresenta un rapporto un
po’ speciale tra treno e bici, merita di essere trattao qui perché
costituisce pur sempre, anche se ex post, una forma di integrazione tra
ferrovia e bicicletta. Breve conclusione L’integrazione modale
bici mezzi pubblici di trasporto rappresenta un elemento importante della
politica a favore della mobilità ciclistica sia per quanto riguarda gli
spostamenti quotidiani, sia per lo sviluppo del cicloturismo. |