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Il 12/10/05 una nutrita rappresentanza della FIAB composta da Luigi Riccardi, Silvia Malaguti, Guia Biscaro,Vitaliano Lago e Aldo Monzeglio si è recata a Milano Centrale per incontrare i rappresentanti di Trenitalia e procedere alla verifica della fattibilità di trasporto delle bici sulle bisarche (carri adibiti normalmente al trasporto di auto e moto). Si trattava in sostanza di sperimentare il progetto di Aldo Monzeglio che aveva studiato diverse soluzioni e fatto costruire un prototipo. Il sistema progettato si appoggiava sulla possibilità di trasporto bici con strumenti ampiamente collaudati (e perciò sicuri), quali le barre a pavimento delle stesse bisarche e i bracci con morsetto dei porta bici da auto di produzione corrente. La sperimentazione ha dato risultato positivo (vedi foto). Tuttavia la prova ha consentito di evidenziare la possibilità di semplificare l'attrezzatura. Infatti pur avendo questa, come sopra accennato, la caratteristica ottimale di vincolare unicamente il telaio (e quindi evitare sollecitazioni alle ruote, come succede per la maggior parte dei sistemi di trasporto in uso a mezzo ferrovia), così come realizzata non può proporsi a tutti i tipi di bicicletta, in quanto oggi ve ne sono con telai costruiti con tubolari metallici di sezioni dimensionalmente diverse (soprattutto quelle sportive). Inoltre detta attrezzatura comporta tempi non veloci per l'inserimento e la chiusura del telaio nel morsetto e, non da ultimo il tutto andrebbe realizzato con parti metalliche più robuste di quelle fornite dal mercato dato il tipo di impiego e quindi con costi maggiori. Quest'ultimo fatto, però, consentirebbe di realizzare un morsetto di tipo tale da contenere sezioni tubolari diverse. Ciò premesso è stata infine proposta a Trenitalia un'attrezzatura che si basa sulla possibilità (che è stata "scoperta" in occasione della prova stessa) di inserire un longherone nei vuoti che la lamiera grecata di copertura del primo livello del carro forma con le travi laterali superiori che la sostengono. Da questo longherone pendono, saldate delle forcelle che trattengono il manubrio della bicicletta ai due lati del piantone. Le forcelle di due lunghezze diverse consentono lo sfalsamento dei manubri e l'affiancamento delle bici, il che vuol dire 5 biciclette per ogni fila perpendicolare all'asse del carro. Ovvero 10 biciclette per ogni spazio auto (come per il sistema realizzato nella prova). Le biciclette vengono poi trattenute a pavimento dal longherone tubolare del tipo già in dotazione su cui è saldata una canalina a V con guance per il contenimento della ruota (vedi disegno a lato). Questo sistema, (come si può intuire) consente una maggiore semplicità e velocità di carico. Il relativo disegno e la relazione tecnica sono stati già trasmessi a Trenitalia evidenziando che trattasi di una soluzione di minimo impatto sulla struttura della bisarca e per questo poco costosa ma sicura e adatta a sostenere ogni tipo di bici. La capacità di carico di 10 bici per posto auto costituisce poi elemento commerciale ad alta valenza in quanto in grado di consentire un afflusso di passeggeri sul treno superiore a quello di un'auto. Ovviamente si tratta di un progetto destinato ai viaggi in gruppo in quanto anche se non conosciamo le tariffe che potrà praticare Trenitalia se adotterà tale sistema, difficilmente potranno essere competitive per viaggiatori singoli e piccolissimi gruppi. Per questa fascia di utenza stiamo seguendo un'altra strada che è quella di ottenere degli spazi attrezzati interni alle carrozze dei treni notte. Romolo Solari Responsabile FIAB per l'intermodalità treno + bici
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