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da IL GIORNALE DI VICENZA

Sabato 11 Giugno 2011 LETTERE Pagina 62

«Un'odissea viaggiare sui vagoni per le biciclette»

Domenica 29 maggio, alle 9.20, mi sono recato con la mia fidanzata e le nostre due biciclette, alla stazione ferroviaria di Carpanè-Valstagna per salire sul treno regionale “Duetto” della provincia autonoma di Trento, adibito anche a trasporto bici (come illustrato dal sito delle Ferrovie dello Stato) con destinazione Levico Terme: 3,90 euro a persona più altri 3,50 per il trasporto della bicicletta.
Il treno è arrivato alle 9.31, in perfetto orario, quindi. Stavamo caricando le bici ma il capotreno ci fermava dicendoci che non c'era più posto per le bici e che non potevamo salire. All'interno del treno vi erano molte persone in piedi, circa 10 con accanto le loro bici. Presumo fossero partite dalla stazione di Bassano del Grappa.
Decidevamo quindi, a malincuore, di attendere il treno successivo, delle ! 10.31, sperando che vi fosse posto per le nostre biciclette. Arrivato il treno, caricavamo il nostre bici, constatando che vi erano solamente 4 posti per il trasporto delle biciclette. Nel frattempo alla stazione di Carpanè-Valstagna, erano arrivate altre persone: in totale eravamo in 7 con 7 biciclette, ma in 3 con le loro biciclette, venivano lasciate a terra dal capotreno, che spiegava: «Ci sono solo 4 posti per le bici, non potete salire». Con grande disappunto di chi è stato costretto a restare a terra.
Alla stazione di Cismon del Grappa stessa scena: c'erano circa 10 persone, fra le quali dei bambini, con le loro bici, che volevano salire sul treno. Ma non c'erano più posti liberi per il trasporto delle bici: «Non c'è più posto, non potete salire», l'intervento del capotreno.
Anche a Grigno c'era gente in attesa di salire con le biciclette ma anche in questo caso interveniva il capotreno che spiegava senza lasciare alcuna possibilità di ribattere, che non c'era posto e che quindi, nessuno poteva salire. E anche in questa circostanza gli appassionati ciclisti se ne sono andati scocciati e soprattutto delusi. Io e la mia fidanzata eravamo molto dispiaciuti, soprattutto per tutte quelle persone che non hanno potuto godere di una bella e buona domenica in bicicletta, e che non sono potute salire sul treno ed usufruire di un servizio a pagamento fornito e pubblicizzato sia da Trenitalia, che dalla Provincia autonoma di Trento. In totale abbiamo contato 26 persone, con le relative biciclette, che non erano salite sui vagoni perché non c'erano posti per il trasporto delle biciclette.
E allora ci chiediamo come mai la Provincia autonoma di Trento, che incentiva la mobilità ecosostenibile e punta tutto sul turismo, sia estivo (biciclette, passeggiate) che invernale non si adoperi per aggiungere vagoni predisposti al trasporto delle biciclette.
Il treno Dobbiaco-Lienz ad esempio ha circa 200 posti bici. Mi chiedo se la Provincia autonom! a di Trento sia la sola responsabile di questi fatti, visto che il treno porta il logo della Regione Trentino Alto Adige, o se anche le ferrovie dello Stato siano responsabili di questi disguidi.
Una curiosità: arrivati a Levico Terme ci siamo fermati a pranzo presso il Bici Grill e il titolare, una persona davvero simpatica e disponibile, ci ha mostrato un foglio sul quale c'era scritto che dal 1 luglio 2011 al 31 agosto 2011, verrà attivato un vagone apposito per il trasporto di circa 30 bici nella tratta Bassano del Grappa-Pergine Valsugana.
Ma perché non farlo prima? Possibile che non ci sia nessuno che sappia che ci sono appassionati che vorrebbero approfittare del treno per spostarsi con le proprie bici anche in altri periodi e non solamente in luglio e agosto? E poi perché pubblicizzare un servizio che di fatto è come non ci fosse?
Riccardo Presi
Thiene


lettera inviata a FIAB-Milano, 20 giugno 2011

Vi scrivo perchè esasperato per come siamo stati trattati dalle FS.

Premetto che siamo un gruppo di persone oltre i 50 anni inseriti nella società con lavori anche professionalmente di responsabilità e/o pensionati, estremamente cortesi e tolleranti, con forte capacità di adattamento derivante da ormai 10 anni di cicloturismo, di cui gli ultimi 5 in giro nel Nord-Europa dove la presenza di ciclabili e strutture adeguate non ci fa sentire, come in Italia, “Figli di un Dio minore”.

Brevemente, siamo partiti da Milano percorrendo la valle dell'INN dal passo Maloia (alcuni sono saliti al passo con Bici+Pulmann) sino ad Innsbruck, utilizzano per brevi tratti le ferrovie Svizzere, poi da Innsbruck al Brennero con le ferrovie Austriache, da Fortezza a Dobbiaco con quelle del Trentino/Alto Adige, lungo la Drava sino a Maribor utilizzando le Ferrovie Slovene da Maribor a Dravograd, ed infine ritorno a Dobbiaoo con le ferrovie Austriache da Villach; nel corso del viaggio siamo stati addirittura in 14 con bici al seguito senza alcun problema con i treni.

Tornati (sfortunatamente) in Italia, alcuni di noi sono rientrati dalla ciclabile di Cortina, quindi siamo andati a Padova dove avevamo PRENOTATO 8 POSTI (biglietto 30€ + bici)per il giorno DOMENICA 12/6/2011 sul treno EC-42 Padova (16:48) Milano (18:55), catalogato sul sito come "servizio trasporto biciclette".

Arrivato il treno, siamo saliti sulla carrozza prenotata e dedicata al trasporto bici; i posti bici sono inseriti in quelli dei bagagli, ed erano occupati dalle borse di altri passeggeri, nonostante ciò siamo riusciti a salire ed a sistemare le bici.

Partito il treno, mentre cercavamo di sistemare meglio le bici (che comunque erano già messe in modo di non impedire il passaggio), siamo stati raggiunti da 2 funzionarie di FS che ci hanno detto che dovevamo scendere dal treno.

Abbiamo segnalato che bastava sistemare meglio gli altri bagagli per mettere le bici negli appositi spazi, ma le suddette funzionarie si sono mostrate inamovibili ed assolutamente poco collaborative.

Ci siamo dichiarati disposti a viaggiare in piedi vicino alle bici lasciando i nostri posti (prenotati e pagati) per i bagagli che occupavano il posto riservato alle bici... niente da fare.

Alle nostre rimostranze e presentazione dei documenti di viaggio nonchè della stampa del sito internet di FS che evidenziava l'abilitazione del treno al trasporto biciclette, ci è stato detto che le bici potevano viaggiare solo su tratta internazionale, quindi che avremmo potuto viaggiare con le bici se fossimo andati a Chiasso (il treno aveva destinazione finale a Ginevra), ma non con il biglietto solo fino a Milano.

Ci hanno detto che avevamo ragione, ma che dovevamo comunque scendere dal treno .... ma se fossimo andati a Chiasso cosa si sarebbero inventate!!!!

Infine abbiamo chiesto di poter scendere anzichè a Vicenza almeno a Verona, dove c'erano più opzioni per rientrare a Milano, neanche questo era accettabile per queste solerti funzionarie FS.

Il tentativo di fare foto o filmati per documentare la situazione è stato stroncato da una minaccia di denuncia.

L'unica dimostrazione di disponibilità e stata quella di segnalarci la possibilità a Vicenza di prendere, un'ora dopo, un treno IR per Milano, ora d'arrivo prevista in Centrale le 20:35.

Scesi a Vicenza, abbiamo saputo che il treno in questione costava 11,50€, e che per ottenere il rimborso della differenza pagata in più (30,00€ - 11,50€) avremmo dovuto acquistare il biglietto dell'IR e chiedere il rimborso dei 30€, rimborso che sarebbe arrivato sotto forma di un biglietto utilizzabile entro 3 mesi!!!!

Il capostazione di Vicenza ha molto gentilmente contattato il treno che avremmo dovuto prendere per andare a Milano e verificare la disponibilità di 8 posti bici; nessun problema MA...... all'arrivo del treno questo era talmente pieno  che la gente era stata fatta entrare anche negli scomparti dedicati alle bici (FS lo definisce "sovraffollamento imprevisto" ma ci è stato etto che è così tutte le domeniche).

Non so ancora oggi come il capotreno sia riuscito a far entrare noi e le bici sul treno, comunque il viaggio è stato fatto TUTTO IN PIEDI, con fermate interminabili ad ogni stazione per la gente che saliva (non so dove visto che il treno era stracolmo) e l'accumulo di 1h e 30' di ritardo su 2 ore di viaggio.

Abbiamo segnalato l'avvenuto alla direzione delle FS del Veneto, competente dell'accaduto, che ci ha risposto che analizzeranno la nostra segnalazione (sa tanto di risposta automatica).

Che dire.... BENTORNATI IN ITALIA... senza voler togliere nulla allo loro dignità devo dire che ci siamo sorpresi a scoprire che persino le ferrovie Slovene funzionano meglio delle nostre, e con questa mail oltre che ai ciclisti che viaggiano in treno vogliamo dichiarare la nostra solidarietà a tutti i viaggiatori che utilizzano FS, ovviamente ad accezione dei pochi fortunati che usano le varie Freccie (rosse, argento, azzurre)!!!

Vi ringrazio in anticipo per lo spazio e l'interesse che vorrete dedicare alla nostra segnalazione.

Cordialmente.

lettera firmata

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