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Ciclabilità
e Mobilità sostenibile nei lavori del Parlamento
Notiziario
del 15.07.2007
- Lavori
Camera -
Camera. D’Agrò (Udc)
propone istituzione di itinerari per attraversare l’Italia in bicicletta
Un sistema nazionale di itinerari
ciclabili. Lo propone Luigi D’Agrò dell’Udc in un’iniziativa
legislativa presentata di recente alla Camera. La misura si muove lungo
quattro direttrici: l’auspicato aumento del livello di utilizzazione della
bicicletta, dando per assodati i benefici – individuali e collettivi –
dell’uso di tale mezzo; la riduzione del numero di incidenti che
interessano la mobilità ciclistica e quindi del livello di rischio
associato; il miglioramento del sistema di viabilità e trasporto esistente;
la promozione di nuove iniziative di natura socio-economica legate alla
mobilità ciclistica. In concreto D’Agrò propone un Programma nazionale
per la mobilità ciclistica che contenga le Linee guida per la redazione dei
progetti degli Itinerari ciclabili d’Italia; le percentuali di riparto dei
finanziamenti tra le Regioni interessate dagli Itinerari ciclabili d’Italia;
l’Osservatorio per il monitoraggio degli Itinerari ciclabili d’Italia.
Sono quattro gli itinerari principali individuati nella proposta e che
percorrono l’Italia sia in senso Nord-Sud che in senso Est-Ovest, al fine
di collegare le principali città d’arte e i luoghi di riconosciuto valore
ambientale, proponibili ad un turismo internazionale che ama spostarsi in
bicicletta. L’itinerario n. 1 “dal Brennero al Tirreno” collega il
passo del Brennero con Bolzano, Trento, prosegue verso Mantova, Modena,
quindi Bologna, Firenze, Siena, Grosseto e si collega all’itinerario n. 2.
L’itinerario n. 2 “dei Pellegrini” collega la Svizzera con il lago di
Como e quindi Milano, raggiunge il Po, prosegue verso Parma e, attraverso il
Passo della Cisa, arriva sul Tirreno, proseguendo parallelo alla costa fino
a Roma, quindi a Napoli, Reggio Calabria, Messina, Catania, Agrigento e, via
traghetto, garantisce il collegamento verso Malta. L’itinerario n. 3 “del
Po o corridoio 5” collega Ventimiglia con Savona, quindi Torino, dove si
innesta sul fiume Po, e da qui fino a Ferrara, raggiungendo poi Venezia e
Trieste e garantendo il collegamento verso la Slovenia. L’itinerario n. 4
“dell’Adriatico” si innesta sull’itinerario 3 all’altezza di
Ferrara, raggiunge la riviera di Rimini e si sviluppa sulla dorsale
adriatica, parallelo alla costa, fino in Puglia, dove, via traghetto da
Brindisi, garantisce il collegamento verso la Grecia. Inoltre D’Agrò
individua anche 5 itinerari secondari che garantiscono il collegamento
trasversale tra gli itinerari principali: itinerario A: Ravenna, Cesena,
Perugia, Todi, Viterbo, Roma; itinerario B: Roma, L’Aquila, Chieti,
Pescara; itinerario C: Salerno, Potenza, Matera, Lecce, Brindisi;
iitinerario D: Trento, Venezia; itinerario E: Olbia, Cagliari. Per quanto
riguarda le spese per l’attuazione della proposta, per l’elaborazione e
le attività istruttorie del Programma nazionale della mobilità ciclistica
si prevede l’istituzione di un fondo annuale presso il ministero dello
Sviluppo Economico con una dotazione annua di 1,5 milioni di euro. Per la
realizzazione della rete degli Itinerari ciclabili d’Italia, per i
prossimi 10 anni, si propone di istituire presso lo stesso ministero un
fondo di durata decennale con una dotazione annua di 60 milioni di euro. Per
la manutenzione della rete degli Itinerari ciclabili d’Italia, a partire
dall’annualità 2010, è previsto un fondo annuale presso il ministero
dello Sviluppo Economico con una dotazione annua di 5 milioni di euro. Il
testo non è stato ancora assegnato alle commessioni competenti per l’esame.
La
proposta di legge del deputato D'Agrò: Programma nazionale per la
mobilità ciclistica: itinerari ciclabili d'Italia
Camera. La Lega propone
inchiesta su sicurezza stradale
Una Commissione parlamentare di
inchiesta sulla sicurezza stradale e sugli incidenti mortali dovuti
all'abuso di alcol e di sostanze stupefacenti. Ne propone l’istituzione
Gainluca Pini, insieme ad altri tre deputati della Lega. Il gruppo di lavoro
dovrà servire ad indagare e accertare le cause, ed eventualmente le
responsabilita` generali, che sono all’origine degli incidenti mortali
dovuti all’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti; verificare il
rispetto e l’efficacia delle norme del codice della strada, in materia di
sicurezza stradale, con particolare riferimento alla guida sotto l’influenza
dell’alcol e delle sostanze stupefacenti e accertare lo stato di
attuazione della vigente legislazione in materia di prevenzione degli
incidenti stradali e di educazione stradale, quale attivita` d’insegnamento
obbligatoria nelle scuole. Non solo. La commissione dovrà proporre
iniziative volte ad attuare una rigorosa politica di pianificazione dei
servizi di controllo, rispondenti a criteri di razionalizzazione
delle risorse disponibili, attraverso il coordinamento dei diversi e
molteplici soggetti titolari dei poteri di polizia stradale e indicare le
azioni che si rendono necessarie per migliorare, in tempi brevi, i livelli
di sicurezza nella circolazione stradale e per ridurre il numero di vittime
sulle strade, in coerenza con gli obiettivi del Programma di azione europeo
per la sicurezza stradale. Tra i compiti che i deputati leghisti propongono
per il gruppo di lavoro anche l’accertamento, a livello nazionale, dello
stato di attuazione degli interventi di ammodernamento e di messa in
sicurezza delle reti stradali.
http://www.camera.it/_dati/leg15/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/022/011/INTERO.pdf
Camera. Sicurezza stradale,
l’Udc invoca indizione riunione Stati Generali
Entro il 31 dicembre 2007 vengano
convocati gli Stati Generali della Sicurezza Stradale, sul modello
realizzato in Francia, e la prima conferenza socio-sanitaria nazionale sull'incidentalità
stradale chiesta già un anno fa da sette Organizzazioni nazionali: vittime,
utenze deboli, medici di famiglia, pediatri, traumatologi, psicologi e
psicoterapeuti, alcologi (FLG, FISICO, FIMMG, FIMP, SOCITRAS, PAGINE BLÙ,
SIA). Questo l’impegno chiesto al governo in una risoluzione presentata da
Mario Tassone e Emerenzio Barbieri dell’Udc. Tra le altre cose nell’atto
si segnala anche l’importanza di costiuire un sistema ordinamentale di governance
per la sicurezza stradale attraverso la nomina di un Sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla sicurezza stradale e
dell'istituzione dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Stradale presso la
Presidenza del Consiglio dei ministri o di un Dipartimento per la Sicurezza
stradale sul modello di quello della Protezione Civile. Obiettivo della
risoluzione anche il Finanziamento del Piano Nazionale della Sicurezza
stradale.
Di seguito il testo dell’atto:
Risoluzione
La IX Commissione,
premesso che:
l'European Transport Safety Council, organizzazione no profit
indipendente sostenuta da tutti i Governi europei, ha bocciato l'Italia in
tema di sicurezza stradale avendo registrato un tasso di mortalità pari a
circa il 13 per cento in più sulla media europea;
la Francia è al primo posto, noi complessivamente siamo al 14o
posto di una classifica fatta da 27 Paesi realizzata su statistiche
2002-2005;
la morte per incidente stradale - sostiene l'OMS - se non opportunamente
contrastata, in una scala di mortalità da 1 a 10, passerà entro il 2020
dall'attuale 9o posto al 3o dopo tumori e cardiopatie; siamo di fronte a un
fenomeno sociale grave (ogni anno brucia 35 miliardi di euro) e quasi del
tutto sottovalutato da istituzioni, privati e cittadini;
la Legge Finanziaria 2007 prevede un finanziamento di 159 miliardi di euro
in 3 anni, più 45 milioni di euro per informazione, controlli, eccetera che
sono del tutto insufficienti a far fronte all'insicurezza delle strade;
i finanziamenti del Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale con 1.000
milioni di euro all'anno per 3 anni (come prevedeva la sua stessa legge
istitutiva) sono, per ora, promesse e impegni non mantenuti. A tutto ciò si
aggiungono i tagli alla finanza locale e si comprende bene lo stato di
«sofferenza» in cui vengono a trovarsi le politiche di sicurezza stradale
anche a livello locale;
per centrare l'obiettivo dell'Unione europea (diminuire del 50 per cento i
morti entro il 2010) occorre una «nuova visione» della sicurezza stradale
nonché azioni coordinate e decise, sulla scia di quanto già fatto, per
esempio, in Francia e in Gran Bretagna: in questa ottica il Parlamento
italiano può svolgere un ruolo fondamentale;
il risanamento del Paese passa anche per una politica di investimenti in
nuove infrastrutture, nella manutenzione di quelle esistenti e nel
potenziamento e sviluppo del Trasporto Pubblico Locale;
la manutenzione programmata delle strade va vista non solo come obiettivo di
contenimento dell'incidentalità, ma anche come grande opportunità di
sviluppo economico. Sono, infatti 1.000 le imprese e 10.000 i lavoratori che
operano nel campo della segnaletica e delle barriere; sono 4.000 le imprese
e circa 70.000 i lavoratori impegnati nella manutenzione degli asfalti, nei
parcheggi e nelle soste;
il mondo dell'impresa (lavoratori e datori di lavoro) paga un prezzo
elevatissimo all'incidentalità stradale, oltre 2.000 morti negli incidenti
stradali sul percorso casa-lavoro (incidenti in itinere). A tutt'oggi
non c'è nessuna iniziativa per contrastare, in modo deciso ed efficace,
tale grave fenomeno sociale. Sindacati e datori di lavoro devono mettere in
moto iniziative adeguate per impegnare anche le Istituzioni ad affrontare il
problema in modo strategico, non episodico e destinandovi risorse umane e
finanziarie. «È l'ora di decidere e di agire» (ha detto il Presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, per i morti sul lavoro);
il Presidente del Consiglio ha più volte assunto impegni con le
organizzazioni economico-sociali, in particolare con la Confederazione delle
40 organizzazioni civili (FISICO) e con la Fondazione Luigi Guccione Onlus,
Ente Morale Vittime della strada (FLG),
impegna il Governo:
a convocare, entro il 31 dicembre 2007, gli Stati Generali della Sicurezza
Stradale, sul modello realizzato in Francia, e la prima conferenza
socio-sanitaria nazionale sull'incidentalità stradale chiesta già un anno
fa da sette Organizzazioni nazionali: vittime, utenze deboli, medici di
famiglia, pediatri, traumatologi, psicologi e psicoterapeuti, alcologi (FLG,
FISICO, FIMMG, FIMP, SOCITRAS, PAGINE BLÙ, SIA);
a definire una bozza di programma da portare in discussione negli Stati
Generali per la sicurezza stradale in ordine a:
1) la costituzione di un sistema ordinamentale di governance per la
sicurezza stradale attraverso la nomina di un Sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla sicurezza stradale e
l'istituzione dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Stradale presso la
Presidenza del Consiglio dei ministri o di un Dipartimento per la Sicurezza
stradale sul modello di quello della Protezione Civile;
2) il Finanziamento del Piano Nazionale della Sicurezza stradale (almeno 500
milioni di euro all'anno per un triennio) per avviare una seria azione di
contrasto dell'incidentalità stradale;
3) l'individuazione e la Pianificazione delle risorse economiche necessarie
al fabbisogno annuo per la manutenzione programmata delle strade in
coordinamento e concertazione con Province, Comuni e Regioni;
4) l'istituzione di un Centro Nazionale di Assistenza aperto «h24», con
numero verde e l'apertura di centri di assistenti per le vittime della
strada nelle diverse Province dove le vittime possano ricevere assistenza
qualificata e continuata e consulenza da professionisti in ambito medico,
psicologico e legale;
5) la riforma del Codice della strada ed un piano di efficace e programmata
campagna di controlli sulle strade e di sanzioni alle violazioni del codice
della strada stesso in particolare su: velocità, uso di sostanze ed alcool
alla guida e passaggio con il semaforo rosso;
6) la legge di riforma del Trasporto Pubblico Locale e il suo forte sostegno
attraverso un piano finanziario di 500 milioni di euro all'anno per 10 anni
come da tempo chiedono ATPL e gli Enti Locali.
(7-00234) «Tassone, Barbieri».
Camera. Antidoping, la
risposta del sottosegretario Lolli all’interrogazione di Pescante (FI)
Il Consiglio dei Ministri ha
approvato in data 23 maggio 2007 il disegno di legge recante ratifica ed
esecuzione della Convenzione Internazionale contro il doping nello sport,
adottata a Parigi nella XXXIII Conferenza Generale UNESCO il 19 ottobre
2005. Questa la risposta secca del sottosegretario per le Politiche
giovanili e le attività sportive Giovanni Lolli data a Mario Pescante di
Forza Italia che in un’interrogazione aveva sollevato critiche alla
mancata applicazione di alcune misure antidoping.
Di seguito il testo dell’Atto:
PESCANTE. - Al Ministro per le politiche giovanili e le attività
sportive, al Ministro degli affari esteri, al Ministro della salute. - Per
sapere - premesso che:
la Comunità internazionale ha profuso il massimo delle energie, a far data
dal 1999, allo scopo di mettere a punto strumenti comuni per la lotta al doping,
unanimemente considerato un flagello oramai diffuso a livello
internazionale;
il risultato di questo sforzo comune si è concretizzato nella costituzione
della Agenzia Mondiale Antidoping e nell'approvazione da parte
dell'UNESCO della Convenzione Mondiale contro il Doping;
il Governo italiano ha concretamente contribuito fin dalla Prima Conferenza
Mondiale contro il Doping, tenutasi a Losanna nel febbraio del 1999,
alla realizzazione di questi risultati;
l'Italia ha già firmato nel 2002 l'atto aggiuntivo alla Convenzione contro
il Doping del Consiglio d'Europa di cui alla legge n. 522/95 e nel
2003 la Dichiarazione di Copenhagen, con le quali si riconosce l'autorità
della Agenzia Mondiale Antidoping e ci si impegna a sostenere la
realizzazione da parte dell'UNESCO di una Convenzione che dia sostegno e
legittimazione al ruolo della Agenzia Mondiale Antidoping;
già nell'ottobre del 2003 il Parlamento ha approvato le legge n. 281 con la
quale ha autorizzato il Governo a provvedere al pagamento delle quote di
adesione alla Agenzia Mondiale Antidoping;
in occasione dell'ultimo turno di presidenza italiano dell'Unione europea
tutti i 25 paesi ad essa appartenenti hanno chiesto all'Italia di
intervenire presso l'UNESCO dichiarando la unanime volontà di sostenere
l'applicazione di una Convenzione Mondiale contro il Doping;
allo scopo di ottemperare agli impegni assunti in sede internazionale
l'Italia ha fortemente collaborato alla elaborazione della Convenzione
Mondiale Antidoping, all'uopo incaricando nel Gruppo di redazione il
professor Tullio Scovazzi, professore di diritto internazionale presso
l'università statale di Milano, su nomina del ministero degli esteri;
la Convenzione Mondiale Antidoping è stata approvata ed aperta alla
firma nel corso del mese di dicembre del 2005 ed è stata immediatamente
firmata, salvo ratifica, dal rappresentante italiano presso l'UNESCO. La
Convenzione è ora pienamente operativa perché già ratificata dal minimo
necessario di almeno trenta paesi;
alla base della mobilitazione internazionale vi è stato il convincimento
che solo con una azione comune a livello internazionale si può porre
rimedio e freno al dilagare di questo flagello e che di conseguenza tutti i
Paesi devono assumere un impegno comune da formalizzare attraverso la
ratifica della Convenzione approvata dall'UNESCO quale condizione per la
partecipazione alla attività sportiva internazionale;
detto impegno è stato recentemente ricordato anche dal Ministro per lo
sport francese, Lamour (?), il quale, candidato ad assumere la presidenza
della Agenzia Mondiale Antidoping, ha affermato la possibile
esclusione dei Paesi che non ratificano la Convenzione dell'UNESCO dalla
organizzazione e partecipazione nelle manifestazioni sportive
internazionali, perché non in grado di assicurare quella omogeneità e
terzietà nella lotta al fenomeno;
appare urgente, poi, fugare dalla visione internazionale la contraddizione
in cui versa il nostro Paese che, se da una parte contribuisce al
finanziamento della Agenzia Mondiale Antidoping e collabora alla
formazione di strumenti internazionali di contrasto al fenomeno, dall'altra
dispone di una struttura nazionale Antidoping che non ha aderito alla
stessa Agenzia e risulta assente nel contesto internazionale impegnato nella
lotta al Doping;
preso atto che l'Italia non risulta ancora tra i Paesi che abbiano
ratificato la Convenzione e che tale situazione potrebbe risultare
estremamente pregiudizievole sia per le importanti manifestazioni
internazionali già assegnate, quali, ad esempio, i prossimi Giochi del
Mediterraneo ed i Campionati mondiali di nuoto, per i quali sono appostate
risorse economiche nel bilancio dello Stato, sia per quelle per le quali è
già in corso una candidatura, come i Campionati europei di calcio, si
chiede di conoscere quale sia lo stato del processo di ratifica della
Convenzione;
soprattutto allo scopo di salvaguardare la considerazione acquisita a
livello internazionale per lo sforzo profuso nel collaborare alla
realizzazione di questi importanti obiettivi e per la convenienza di questi
ultimi, vista anche la situazione italiana che ha la assoluta necessità di
sinergia con le istanze internazionale per combattere con migliore efficacia
questo fenomeno, si rappresenta la urgenza della ratifica della Convenzione
Mondiale Antidoping -:
se e quando il relativo provvedimento sarà sottoposto all'esame delle
Camere.
(4-03108)
Risposta. - Con
riferimento all'interrogazione in esame, si rappresenta che il Consiglio dei
Ministri ha approvato in data 23 maggio 2007 il disegno di legge recante
ratifica ed esecuzione della Convenzione Internazionale contro il doping
nello sport, adottata a Parigi nella XXXIII Conferenza Generale UNESCO il 19
ottobre 2005.
Il disegno di legge è attualmente alla firma del Capo dello Stato.
Il Sottosegretario di Stato per le politiche giovanili e le attività
sportive: Giovanni Lolli.
- Lavori Senato
-
Senato. Antidoping,
presentatato ddl di ratifica della Convenzione internazionale
Un disegno di legge di iniziativa
governativa per la ratifica e l’esecuzione della Convenzione
internazionale contro il doping nello sport, adottata a Parigi dalla XXXIII
Conferenza generale UNESCO il 19 ottobre 2005. Ne è stata annunciata la
presentazione durante i lavori dell’Aula di Palazzo Madama. Il testo non
è stato ancora stampato nè assegnato alle commissioni competenti per l’esame.
- Notizie
dai ministeri -
POGAS. Incontro su giovani
e sicurezza stradale
“Giovani e sicurezza stradale”.
Questo il titolo dell’incontro svoltosi, presso il Ministero per le
Politiche giovanili e le Attività sportive (Pogas) e a cui hanno preso
parte oltre 60 istituzioni e associazioni impegnate in programmi di
prevenzione contro gli incidenti sulla strada. L’incontro, presieduto dal
ministro Melandri, fa seguito alla firma, avvenuta lo scorso 16 aprile, del
Codice etico per la sicurezza stradale. Il Codice, promosso dai Ministeri
per le Politiche giovanili e dell’Interno e siglato dai principali
rappresentanti delle associazioni del settore della vendita e distribuzione
di bevande alcoliche e dei locali da ballo, promuove a livello nazionale la
figura del “Guidatore designato”, cioè di colui che si assume la
responsabilità del gruppo di amici e per una sera non beve alcool, per
poter guidare l’auto in sicurezza al rientro dalla discoteca.
Il ministro Melandri ha esposto ai presenti le campagne di comunicazione e
di informazione sul “Guidatore designato” che Pogas sta predisponendo e
ha invitato tutte le associazioni e le istituzioni impegnate nel settore
della sicurezza stradale a collegarsi a questa iniziativa e a mettere in
rete le loro attività.
La campagna di comunicazione del Pogas sul “guidatore designato” avrà
inizio nelle prossime settimane e si articolerà su diversi mezzi (spot
radio, spot video, sms, web advertising e forum on line). Intanto, sul sito
del ministero (www.pogas.it) è on line una nuova sezione dal titolo “Il
Codice etico e le iniziative del Pogas”, dove, oltre alla possibilità da
parte delle sigle e dei soggetti operanti in materia di far conoscere le
proprie attività ed iniziative inviando via mail una scheda, è possibile
trovare un dossier su giovani e sicurezza stradale.
Il dossier contiene il testo del Codice, una sezione sul quadro europeo
delle attività sulla sicurezza stradale, materiale informativo sul Disegno
di legge sulla sicurezza stradale attualmente in discussione al Senato e una
pagina di link ai video sugli spot sulla sicurezza stradale pubblicati su
You Tube.
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