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Ciclabilità
e Mobilità sostenibile nei lavori del Parlamento
Notiziario
del 02.07.2007
- Lavori
Camera -
Camera. Approvato ddl su
sicurezza stradale, testo passa a Palazzo Madama
Via libera dalla Camera al disegno di
legge di riforma del codice della strada. Il testo passa ora al vaglio del
Senato. Il provvedimento punta a ridurre gli incidenti stradali e
ad aumentare la sicurezza della circolazione sulle strade italiane,
prevedendo tra le altre cose sanzioni più pesanti (multe e sospensione
della patente) per chi parla al telefonino mentre guida senza avere l’auricolare.
Un inasprimento delle sanzioni pecuniarie è previsto nel caso delle
infrazioni più gravi, come l’assunzione di alcol o droghe prima di
mettersi al volante. L’arresto fino a 1 mese si prefigura per chi guida in
stato di ebbrezza (tasso alcoolemico superiore a 0,5 g/l) ma si può
arrivare a 2 mesi se dalla guida in tale stato derivi un incidente stradale,
oltre alla sanzione accessoria della sospensione della patente da 3 mesi ad
un anno. Nel caso in cui il tasso alcoolemico sia superiore ad 1,5 g/l, la
sanzione è ulteriormente aggravata, ed è pari all’arresto fino a tre
mesi che, in caso di incidente, possono arrivare fino a sei. La
guida sotto l’effetto di sostanze psicotrope o stupefacenti sarà punita
con l’arresto fino a 2 mesi, che diventerà da 2 a 4 mesi in caso di
incidente. Infine, se alla guida in condizioni di ubriachezza o sotto l’effetto
di sostanze stupefacenti ci si rende responsabili di omicidio colposo, è
prevista una pena detentiva da 2 a 6 anni (contro quella attuale che va da 1
a 5 anni) mentre è confermata quella pecuniaria già attualmente vigente. L’articolo
19 della legge contempla inoltre delle pene alternative: chi guida in stato
di ebbrezza e viene arrestato, invece che in carcere potrà scontare la pena
assistendo le vittime di incidenti stradali presso strutture dei servizi
sociali. Novità anche per i neo patentati: per i tre anni successivi al
conseguimento della patente dovranno limitarsi a guidare delle utilitarie
(divieto di portare auto con potenza superiore a 60Kw/T). L’articolo 2
introduce la cosiddetta guida accompagnata, che consente ai minorenni già
in possesso della patente A (quella per i motocicli) di esercitarsi alla
guida di un’auto (ma sempre accompagnati da un patentato con dieci anni di
esperienza) a partire dai 16 anni invece di aspettare di averne compiuti 18.
La guida senza patente diventa un reato per il quale, (in caso di violazione
della legge ripetuta due volte nell’arco di due anni) si rischierà l’arresto
fino a 12 mesi, unitamente alla sanzione pecuniaria attualmente prevista che
ammonta da 2.257 a circa 9 mila euro. Il provvedimento introduce
inoltre il divieto assoluto di far riferimento alla velocità nelle
pubblicità di auto e moto (articolo 26). A vigilare su questo punto sarà
il Garante per la Concorrenza che, in caso di violazioni, potrà comminare
multe da 50 a 500 mila euro. L’inasprimento delle multe riguarda anche il
superamento dei limiti di velocità. Se si supera di 40 km orari la
velocità massima consentita è prevista una sanzione amministrativa da
370 a 1458 euro e la sospensione della patente da 3 a 6 mesi, oltre
alla conferma della decurtazione di dieci punti dalla patente. Per chi
oltrepassa di 60 km orari il limite previsto, la sanzione pecuniaria va da
1.754 a 7000 euro circa, insieme alla sospensione della patente da 6 mesi ad
un anno. Sanzioni più pesanti anche per altri comportamenti pericolosi per
la sicurezza stradale come ad esempio la retromarcia in autostrada o l’uso
del telefonino senza l’auricolare mentre si è al volante (per cui è
previsto il pagamento di una somma da 148 a 594 euro e la sospensione
della patente fino a 3 mesi, che diventa da 2 a 6 nell’ipotesi di
reiterazione nel biennio). I maggiori introiti derivanti dall’aumento
delle sanzioni pecuniarie saranno destinati al miglioramento della
segnaletica e alla messa in sicurezza delle strade italiane.
http://www.camera.it/_dati/lavori/stampati/pdf/15PDL0029230.pdf
Camera. Mobilità
ciclistica, D'Agrò (Udc) presenta testo
Disposizioni per la predisposizione
del Programma nazionale per la mobilità ciclistica nonché per la
realizzazione della rete degli itinerari ciclabili d'Italia. Questo il
titolo della proposta di legge promossa da Luigi D'Agrò dell'Udc. Al testo
la presidenza di Montecitorio ha attribuito il numero 2821. La proposta di
legge non è stata ancora assegnata alle commissioni competenti per l'esame
ed il testo non è stato ancora stampato e diffuso.
Camera. Patente a punti,
Fabris (Udeur) chiede lumi su allarmanti risultati inchiesta giornalistica
Verificare i dati dell’inchiesta
del settimanale l'Espresso sulla patente a punti. Questo l'invito che Mauro
Fabris dell'Udeur rivolge al ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi in
un'interrogazione parlamentare.
Secondo un'inchiesta del noto settimanale vi sarebbe infatti una parte
dell'Italia in cui se si infrange il codice stradale sarebbe possibile
prendere una multa, ma la patente non subirebbe alcuna decurtazione di
punteggio. In particolare, in 4.340 comuni italiani su 8.157 i vigili non
hanno mai comunicato al ministero dei Trasporti una sola decurtazione dei
punti della patente. Il Comune fra quelli che l'Espresso
definisce ironicamente «Comuni depuntizzati» è Vibo Valentia poiché
malgrado la polizia municipale stacchi verbali per 330.000 euro ogni anno,
nessuno dei 23.000 automobilisti e delle migliaia di turisti e passanti che
transitano ogni anno nella cittadina calabrese ha mai perso un punto della
patente. Fabris riporta allora le conclusioni dell'inchiesta secondo la
quale lo spauracchio del ritiro della patente che per tre anni è
riuscito a convincere gli italiani a guidare più civilmente e ha
indubbiamente salvato migliaia di vite umane, ha esaurito la sua spinta.
Gli stessi dati relativi alle vittime di incidenti stradali sembrano
confermare tale ipotesi negativa, poiché, se nel primo anno a seguito
dell'introduzione della patente a punti si era verificato un crollo del 18
per cento, nel 2005 i decessi sono diminuiti solo del 5,6 per cento, e nel
2006 i dati ufficiosi indicano un calo di appena lo 0,3 per cento. Di qui la
richiesta del deputato di interventi tempestivi sulle norme in questione.
Di seguito il testo dell’interrogazione:
FABRIS. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
secondo un'inchiesta pubblicata la scorsa settimana dal settimanale l'Espresso
vi sarebbe una parte dell'Italia in cui se si infrange il codice stradale
sarebbe possibile prendere una multa, ma la patente non subirebbe alcuna
decurtazione di punteggio;
in particolare, stando alla predetta inchiesta, in 4.340 comuni italiani su
8.157 i vigili non hanno mai comunicato al Ministero dei trasporti una sola
decurtazione dei punti della patente;
il Comune fra quelli che l'Espresso definisce ironicamente «Comuni
depuntizzati» è Vibo Valentia poichè malgrado la polizia municipale
stacchi verbali per 330.000 euro ogni anno, nessuno dei 23.000 automobilisti
e delle migliaia di turisti e passanti che transitano ogni anno nella
cittadina calabrese ha mai perso un punto della patente;
lo spauracchio del ritiro della patente - si legge nell'inchiesta - che per
tre anni è riuscito a convincere gli italiani a guidare più civilmente e
ha indubbiamente salvato migliaia di vite umane, ha esaurito la sua spinta;
al riguardo il settimanale riporta che sarebbe sufficiente leggere i dati
relativi alle vittime di incidenti stradali, poiché, se nel primo anno a
seguito dell'introduzione della patente a punti si era verificato un crollo
del 18 per cento, nel 2005 i decessi sono diminuiti solo del 5,6 per cento,
e nel 2006 i dati ufficiosi indicano un calo di appena lo 0,3 per cento;
inoltre l'inchiesta rileva che solo un automobilista su 700 in quattro anni
ha dovuto rifare l'esame a seguito dell'azzeramento dei punti e 28,5 milioni
di italiani vanterebbero una patente immacolata, con circa 22 punti
all'attivo;
la patente a punti, gia introdotta con la legge delega di riforma del Codice
della strada (legge n. 85 del 2001) è il meccanismo entrato in vigore in
Italia a partire dal 1o luglio
2003 (precisamente la patente a punti è stata introdotta nel codice della
strada - articolo 126-bis - dal decreto-legge n. 151 del 27 giugno
2003, modificato in alcuni punti dalla legge n. 214 del 1o agosto 2003),
attraverso il quale ad ogni automobilista viene attribuito un determinato
punteggio (inizialmente 20 punti) che viene decurtato in caso di particolari
infrazioni;
all'esaurimento dei punti disponibili per conservare la patente è
necessario superare nuovamente l'esame di teoria e l'esame di scuola guida;
quando l'automobilista commette alcune infrazioni del codice della strada, e
tali infrazioni gli vengono contestate dagli organi di Polizia stradale
stabiliti nell'articolo 11 del nuovo Codice della strada, vengono sottratti
dalla patente del conducente un certo numero di punti;
il numero di punti sottratti dalla patente è stabilito dalla legge, a
seconda della gravità dell'infrazione;
per recuperare i punti è sufficiente seguire dei corsi appositi presso
un'autoscuola;
si giunge all'obbligo di revisione della patente quando si vedano sottratti
tutti e 20 i punti a propria disposizione e in tal caso è necessario
ripetere l'esame di guida per ottenere di nuovo la patente;
agli automobilisti che per due anni non commettono infrazioni che prevedano
la decurtazione dei punti viene automaticamente riconosciuto un bonus
di due punti;
per conoscere il proprio punteggio è possibile telefonare al numero
848.782.782;
una patente di guida può raggiungere un massimo di 30 punti ma resta valido
il fatto che per poter usufruire del bonus occorre comunque avere
almeno 20 punti nella patente, mentre chi ne avesse di meno e non subisce
altre decurtazioni per due anni automaticamente torna al saldo iniziale di
20;
i fatti denunciati dall'inchiesta pubblicata dal settimanale l'Espresso
appaiono di eccezionale gravità e tali da mettere in discussione tutti gli
sforzi compiuti nelle precedenti legislature per introdurre nel Codice della
Strada l'istituto della patente a punti -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei gravi fatti che emergono
dalla lettura dell'inchiesta pubblicata in data odierna dal settimanale l'Espresso
e nel caso quali provvedimenti urgenti intenda assumere al riguardo;
se il Ministro interrogato non concordi nel ritenere che i fatti descritti
dalla presente interrogazione non siano di eccezionale rilevanza e gravità
e tali da mettere in discussione l'attuale impianto normativo della patente
a punti, istituto che, come a tutti noto, ha prodotto e produce in altri
Stati dell'Unione europea ottimi risultati dal punto di vista della
sicurezza stradale;
come sia possibile che in ben 4.340 comuni italiani su 8.157 i vigili non
hanno mai comunicato al Ministero dei trasporti una sola decurtazione dei
punti della patente e questo dato sia rimasto completamente inosservato dal
Ministero stesso;
se il Ministro interrogato non ritenga quanto mai necessario alla luce di
quanto descritto dalla presente interrogazione aprire una inchiesta che miri
- per quanto di sua competenza - ad accertare tutte le responsabilità che
hanno determinato una situazione così incresciosa e tale da ingenerare il
convincimento nei cittadini italiani che esistano sempre e comunque
possibilità per evitare la decurtazione del punteggio dalla patente di
guida, con tutti gli effetti aberranti che si possono immaginare;
se il Ministro interrogato non ritenga quanto mai urgente porre in essere
ogni atto di sua competenza che miri ad acclarare l'esistenza anche
nell'ambito del proprio Dicastero di fatti e comportamenti che possano aver
concorso in qualche modo a determinare l'oggetto della denuncia del
settimanale l'Espresso e a valutare se si siano concretizzate
fattispecie di omissione di atti d'ufficio.
(4-04133)
- Notizie
dai ministeri -
Sport. Riforma
professionismo, è possibile inviare osservazioni al ministero delle
Politiche giovanili e attività sportive
Il mondo dello sport può
esprimere il proprio parere su una serie di temi e proposte di riforma della
normativa in materia di professionismo sportivo inviando, entro il 10
luglio, una e-mail all’indirizzo legislativo.pogas@governo.it. Lo
rende noto il ministero delle Politiche giovanili e attività sportive con
un comunicato stampa presente sul sito di riferimento. Nella nota
informativa si ricorda che nello scorso dicembre il ministero ha istituito
una Commissione di studio con il compito di procedere ad una ricognizione
generale sullo stato di applicazione della disciplina del professionismo
sportivo e delle società sportive e, in particolare, della legge 23 marzo
1981, n. 91, e di proporre le iniziative normative necessarie per adeguare
tale disciplina alle mutate esigenze del mondo dello sport. La Commissione
nel mese di aprile ha concluso la prima fase dei lavori ed ha predisposto un
elenco di temi e questioni (tra cui la governance delle società sportive, i
meccanismi di controllo delle federazioni sulle società sportive, i limiti
alla quotazione in borsa, l’introduzione del salary cap o di altre forme
di contenimento dei costi delle società, la nozione di professionismo
sportivo, i livelli di tutela degli atleti e le forme dell’intermediazione)
in relazione alle quali ha evidenziato l’esigenza di un intervento
normativo, corredato da talune specifiche proposte di riforma formulate
dalla Commissione stessa. In questi giorni è partita su questi temi un’ampia
e mirata fase di consultazione dei soggetti coinvolti ed interessati ad una
riforma della materia (federazioni sportive, leghe, associazioni di
rappresentanza etc.). Ma, al fine di ampliare la trasparenza del processo
legislativo attraverso il coinvolgimento dei destinatari dei provvedimenti
stessi, il ministero ha deciso di avviare una fase di consultazione aperta
ad una più vasta platea dei soggetti direttamente coinvolti grazie anche
alle possibilità di partecipazione offerte dalle tecnologie informatiche.
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