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Comunicato stampa FIAB 10/99: Eco-incentivi per tutto. Fuorchè per le biciclette.
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Bari, 12 aprile 1999
ECO-INCENTIVI PER TUTTO. FUORCHÈ PER LE BICICLETTE
La bicicletta è il mezzo ritenuto più pericoloso per la
salute e per lambiente perché provoca leffetto
serra e la desertificazione del pianeta e perché il suo
smaltimento incontrollato genera linquinamento delle falde.
Sarà questa la conclusione alla quale saranno pervenuti, dopo
anni di ricerca, gli esperti e i Ministri del Governo
italiano che, a partire dagli impegni assunti con il protocollo
di Kyoto, hanno dato il via alladozione di una serie di
provvedimenti, alcuni già partiti, altri in fase di
discussione, finalizzati alla messa in circolazione di prodotti
(dai mezzi di trasporto agli elettrodomestici e ai personal
computer) più puliti e compatibili con lambiente.
Tutto è stato ritenuto eco-compatibile e quindi incentivabile
economicamente fuorché le biciclette!
E così dopo gli eco-aiuti alle auto, che hanno consentito di mettere in circolazione milioni di nuovi mezzi veloci e scattanti (non importa se poi aumentano le vittime della strada o i costi diretti e indiretti causati dagli incidenti stradali) stanno arrivando ora quelli per i mezzi elettrici, come la stampa nazionale del 9 aprile 99, ci informa: L. 600.000 per ciclomotori fino a 50cc; L. 1 milione per moto oltre 50cc; L. 600.000 per biciclette elettriche; L. 1,6 milioni per ciclomotori elettrici; L. 6 milioni per moto elettriche a tre ruote; L. 6 milioni per mini auto-elettriche. Sarà poi la volta di lavatrici e frigoriferi, tv e hi fi e personal computer. Completamente esclusi incentivi allacquisto o alla rottamazione di biciclette. Eppure una buona bicicletta da città costa L. 500.000 mentre una buona bicicletta per fare cicloturismo (non gare ma escursioni e viaggi in bici) può costare da uno a due milioni.
La bicicletta è silenziosa, è pulita, non consuma
carburanti, non ingombra, è veloce nei tragitti quotidiani
cittadini (fino a 5-6 Km. è competitiva rispetto ad altri mezzi
di trasporto) e può essere una reale alternativa allemergenza
traffico nelle città e allallarme benzene se se ne
incentivasse a dovere il suo utilizzo. E inoltre un
ottimo mezzo per viaggiare senza fretta e per
conoscere e valorizzare il territorio meno battuto dai grandi
circuiti turistici, come felici esperienze centro-nord europee
dimostrano.
Eppure nessuno ci ha pensato. Strano che nemmeno i produttori di
bici ed accessori abbiano battuto ciglio.
Qualcuno dirà che per incentivare la mobilità ciclistica gli strumenti ora ci sono. Cè una legge dello Stato, la n. 366/98 entrata in vigore lo scorso 23 ottobre 1998. Lo sappiamo benissimo, essendo stata la FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) Onlus ispiratrice di tale legge. Ma prima che vada a regime, prima che sia applicata in tutta Italia, passerà del tempo (che noi auspichiamo, comunque, breve). Mentre gli incentivi agli acquisti sono altra cosa, danno più direttamente al cittadino-utente-consumatore il segnale tangibile della volontà del Governo di favorire lacquisto di un bene ritenuto migliore di quello vecchio che si vuole eliminare, mediante un aiuto economico. E allora perché tale chiusura verso le biciclette? Perché non prevedere eco-incentivi anche per il loro acquisto? Ci piacerebbe che qualcuno rispondesse a tale lecita domanda.
Lello Sforza
Responsabile relazioni esterne