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Milano, 18 gennaio 2002 On. Sig. Ministro, Se č vero come dicono autorevoli fonti (Commisione Europea, OMS) che il 50% degli spostamenti effettuati ogni giorno in auto non supera i 5 Km e il 30% non supera i 3 Km., non si capisce come mai in Italia debba sembrare quasi una vergogna parlare di bicicletta come mezzo di trasporto urbano nelle brevi distanze. In altri paesi europei come Regno Unito, Austria, Svizzera, Olanda, Belgio, Germania tra i sistemi di trasporto alternativi all'auto privata, la bicicletta ha avuto, e ha tuttora, un ruolo fondamentale nelle politiche di gestione della domanda di mobilitā. In Italia la mobilitā ciclistica č ancora fuori dalle politiche di governo, ad ogni livello istituzionale. Basti ricordare che la Finanziaria 2002, nonostante le molteplici richieste della Federazione Italiana Amici della Bicicletta, ha assegnato alla legge n. 366/98 sulla circolazione ciclistica la misera cifra di 500 mila euro (968 milioni di lire) all'anno per i prossimi tre anni (2002-2004). Eppure la bicicletta "a propulsione muscolare" č l'unico vero mezzo di trasporto ad "emissioni zero" in grado di assicurare gli spostamenti in cittā in maniera veloce e senza costi sociali ed ambientali. Occupa un decimo dello spazio occupato da un'auto in circolazione o in sosta, č silenziosa, fa bene alla salute, all'ambiente e alle economie locali. Nei paesi dove sono stati attuati programmi di sostegno del trasporto ciclistico, fino al 30-40% degli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro sono effettuati in bicicletta con notevoli benefici ambientali, sanitari, energetici ed economici. Pertanto la FIAB chiede che vengano adottate tutte quelle misure idonee a favorire l'uso della bicicletta negli spostamenti urbani quale forma di prevenzione e riduzione dei livelli di inquinamento da traffico veicolare. Lello Sforza
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