risposta della Hyundai
Egregio dr. Galli,
ci riferiamo alla Sua
missiva odierna, in merito alla lettera del padre di Giacomo
Scalmani pubblicata oggi dal “Corriere della Sera”.
Riteniamo pertanto
doveroso esprimere i ns. commenti alle vs. valutazioni e
richieste.
Nella Vs. missiva colpisce
innanzitutto l’assoluta mancanza di nesso logico nell’abbinare
il tragico incidente accaduto giorni fa in Via Solari al
cartellone pubblicitario riguardante la Hyundai Veloster: e ciò
appare ancor più evidente se consideriamo che quest’ultimo,
presente in tante zone di Milano da inizio settembre, è stato
collocato in Viale Papiniano/Piazza Sant’Agostino già a fine
ottobre - ben prima quindi della tragedia.
E’ una mega-affissione,
presente in tutt’Italia, che si inserisce nella campagna di
lancio di questa vettura, che ha avuto inizio l’11 settembre
2011 e che mai e poi mai ha ricevuto alcuna contestazione.
“L’unica regola è che
non ci sono regole” è il claim (slogan) di prodotto che si
riferisce ovviamente alla concezione stilistica ed all’originalità
della soluzione scelta per questo coupé, che “rompe ogni
collaudata regola” presentando due portiere sul lato destro ed
una sola sul lato del guidatore. Non è infatti un caso che la
stampa (specializzata e non) lo abbia etichettato come un “coupé
non convenzionale” destinato al successo anche fra le giovani
famiglie, per via dell’elevata versatilità d’uso e della
sicurezza che riveste: infatti, posteriormente si sale a bordo
unicamente dal lato del marciapiede.
Inoltre è doveroso
ricordare come, in nessuna comunicazione TV o radio della
campagna, e men che meno sulla stampa o sulle affissioni, si
faccia riferimento alle prestazioni dinamiche od all’accelerazione
di questa vettura – come invece spesso accade nel settore.
Hyundai preferisce infatti focalizzare l’attenzione sul design
ed i ridotti consumi di carburante della Veloster,
caratterizzandola come un versatile coupé per tutti, che consuma
ed inquina poco.
Il nostro approccio di
comunicazione, sempre a favore di una mobilità sostenibile, è
stato peraltro confermato anche dalle centinaia fra articoli
stampa, TV e sul web che hanno parlato dell’originalissima
Veloster in questi ultimi due mesi, enfatizzandone proprio l’originalità
ed il piacere di guida.
Pertanto, termini e frasi
che ci avete rivolto, quali “oltraggio alla memoria”, “forme
di istigazione a sottrarsi alle regole”, “ambiguità del
messaggio”, “da alcuni giorni questa campagna ha fatto la sua
comparsa…in un luogo sbagliato” sono da noi ritenuti ingiusti,
immotivati e difficilmente sostenibili – anche e soprattutto sul
piano del buon senso.
I giudizi soggettivi sul
gradimento o meno di una campagna pubblicitaria sono e rimarranno
sempre leciti: non così le forzature o le strumentalizzazioni.
E noi riteniamo questa un’incredibile
strumentalizzazione.
Non di meno, in funzione
di una mera forma di sensibilità verso chi ha subito questa
tragedia ci riserviamo, come atto non dovuto - ma eventualmente
opportuno – di provvedere alla sostituzione del cartellone
pubblicitario.
Distinti saluti,
Carlo E. SABBATINI
Public Relations Manager
HYUNDAI MOTOR COMPANY ITALY
risposta di Eugenio
Galli alla Hyundai
Egr. dott. Sabbatini,
la ringrazio della
sollecita risposta, di cui prendo atto, e della disponibilità a
rimuovere il cartellone contestato, di cui ho appreso anche dai
giornali di oggi, che mi pare un gesto di sensibilità opportuno e
positivo, anche se per noi non chiude il caso.
Ciò che ci ha spinto a
far sentire la nostra voce è stata una sgradevole coincidenza di
luogo e di tempo. Non abbiamo pensato a una consequenzialità
logica, come se la tragedia di via Solari fosse causalmente
riconducibile a quel messaggio pubblicitario. Ci è chiaro
altresì che lo scopo della pubblicità è promuovere la vendita
di prodotti. Tuttavia il messaggio è importante.
Non desidero addentrarmi
in un’analisi dei messaggi pubblicitari trasmessi dalle campagne
del settore auto: il paragone con “quello che fanno gli altri”,
in questo come in altri casi, deve finire di essere un alibi per
comportamenti poco rispettosi del vivere civile, e oggi è di
questo che stiamo parlando.
Il claim di una
pubblicità che recita “l’unica regola è che non ci sono
regole” non può essere inteso come circoscritto alla mera “concezione
stilistica” o alla “originalità” di soluzioni di design, se
di auto stiamo parlando.
Poiché un’autovettura
serve per essere guidata e non guardata, e la sua funzione
principale continua a essere quella di mezzo di trasporto e non di
soprammobile. E questa considerazione vale, a maggior ragione, in
presenza della quotidiana strage che avviene sulle nostre strade,
la gran parte delle volte per incidenti causati proprio per il
mancato rispetto delle regole da parte di chi guida.
D’altro canto, le
reazioni alla pubblicazione della lettera del padre di Giacomo
Scalmani, e le moltissime risposte anche da noi ricevute in queste
ore, dimostrano che siamo in molti a ritenere antisociale l’attuale
campagna della vostra Hyundai Veloster e crediamo dunque che una
riflessione sul suo messaggio sia consigliabile, vista la
quantità di investimenti messi in atto.
Se poi parliamo in
generale di pubblicità del settore automotive, certamente non ci
sfugge che, oltre ad essere martellante ed invasiva, per numero e
frequenza dei messaggi, tale promozione spesso fa leva sulla
esaltazione di performance di potenza, forza, velocità,
accelerazione, talvolta rappresentando o alludendo a modelli
comportamentali aggressivi già abbastanza diffusi. Magari
edulcorati con visioni che richiamano affetti familiari, strade
splendidamente sgombre, o paesaggi incontaminati.
Dovremmo forse intervenire
maggiormente anche su questo particolare ambito di comunicazione,
pretendendo un più attento vaglio critico, senza limitarci a
subirne passivamente i contenuti. Anche per evitare di sentir
definire legittime osservazioni di utenti della strada come “strumentalizzazioni”
e “forzature”.
Probabilmente la società
sta cambiando e cominciamo a essere in molti a pensare che darsi
delle regole sia una necessità vitale per tutti: forse è ora che
anche i costruttori di automobili e i pubblicitari se ne rendano
conto.
Distinti saluti
Eugenio Galli (presidente
Fiab CICLOBBY)
30 Novembre 2011
A seguito della
segnalazione avviata da Eugenio Galli, presidente di Fiab CICLOBBY
di Milano, all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, è
stato emesso un provvedimento di ingiunzione del Comitato di
Controllo nei confronti della Hyundai.
Il Comitato ha, in
particolare, ravvisato nella pubblicità segnalata la violazione
dell’art. 12 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione
Commerciale, che dispone quanto segue:
“Art. 12 – Salute, sicurezza e ambiente. La comunicazione
commerciale relativa a prodotti suscettibili di presentare
pericoli, in particolare per la salute, la sicurezza e
l’ambiente, specie quando detti pericoli non sono facilmente
riconoscibili, deve indicarli con chiarezza.
Comunque la comunicazione commerciale non deve contenere
descrizioni o rappresentazioni tali da indurre i destinatari a
trascurare le normali regole di prudenza o a diminuire il senso di
vigilanza e di responsabilità verso i pericoli.”
Gli estremi del
provvedimento, pubblicato anche sul sito IAP
sono i seguenti:
Ingiunzione n.: 142/2011
del 21/11/2011
Nei confronti di: Hyundai Motor Company srl, Innocean Worldwide
Italia srl
Prodotto: automobile Hyundai
Mezzo: affissioni
Articoli violati: 12
«Il Presidente del
Comitato di Controllo, visto il messaggio pubblicitario
“L’unica regola è che non ci sono regole”, relativo
all’automobile “Hyundai Veloster”, rilevato su affissioni
diffuse nella città di Milano nel mese di novembre 2011, ritiene
lo stesso manifestamente contrario all’art. 12, comma 2, del
Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. Ad
avviso del Comitato, infatti, il tono perentorio del claim
“L’unica regola è che non ci sono regole”, in associazione
all’immagine di un’automobile in primo piano, si traduce in
un’inopportuna suggestione suscettibile di indurre i destinatari
a comportamenti capaci di esporli a situazioni pericolose,
trascurando le regole di prudenza e responsabilità indispensabili
nella guida di veicoli.
Il valore simbolico della comunicazione, accentuato dalle
dimensioni dell’affissione, dal colore particolarmente acceso
dello sfondo, dal nome dell’auto pubblicizzata che richiama il
concetto di velocità, così come il pubblico indifferenziato cui
il messaggio si impone, dato il carattere particolarmente invasivo
del mezzo prescelto, sono tutti elementi che inducono a rilevare
il contrasto con quanto il Codice di Autodisciplina impone in
materia di sicurezza, laddove prescrive che “… la
comunicazione commerciale non deve contenere descrizioni o
rappresentazioni tali da indurre i destinatari a trascurare le
normali regole di prudenza o a diminuire il senso di vigilanza e
di responsabilità verso i pericoli”».
Riteniamo sia stato dato
un segnale importante, che va nella giusta direzione per
responsabilizzare tutti, inclusi coloro che producono e
commercializzano automobili, verso stili di guida rispettosi e
consapevoli, e a favore di messaggi che traducano coerentemente
questa necessità.
La sicurezza delle strade è un bene prezioso per tutti. Da parte
nostra, l’attenzione resterà alta.