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Un
anonimo articolo di Cunegonda contro la FIAB La FIAB, con grandi
difficoltà e spesso inascoltata, cerca da più di 20 anni di
promuovere la cultura della bicicletta nel Paese più “motorizzato”
d’Europa, promuovendone l’uso quotidiano e nel tempo libero. Riportiamo in seguito in corsivo-rosso le affermazioni dell’anonimo (i grassetti in blu sono i suoi) e di seguito le nostre risposte.Risposte serene, a volte ironiche, decise comunque nel respingere affermazioni senza senso. La Fiab è la Federazione Italiana Amici della Bicicletta. Già dalla sua definizione si capisce che dietro c’è un disegno mal concepito. In un panorama complesso e globalizzato la Fiab guarda ancora alla bicicletta come un oggetto al quale dedicare amicizia, escludendo dalla sua comunicazione tutta una fascia di utenti ciclisti che hanno un rapporto col mezzo a pedali che non è di pura e un po’ fanatica “amicizia”, ma semplicemente di un distratto quanto ragionato utilitarismo. Insomma, come avviene nella maggior parte dei paesi europei.Ok, allora dovremmo diventare la Federazione Animati da un Distratto Quanto Ragionato Utilitarismo nei Confronti della Bicicletta (F.A.D.Q.R.U.C.B.)? Lo sa l'anonimo di Cunegonda quanti anni ci vogliono a far affermare una sigla e far sì che i vari interlocutori la imparino? La FIAB nasce negli
anni ’80, prevalentemente in ambito verde-ambientalista, quando
in Italia parlare di “ciclisti urbani” era come parlare di “marziani”
(i ciclisti, per intendersi, erano solo quelli del Giro d’Italia).
Il nome “Amici della Bicicletta” deriva in primo luogo dalla
constatazione che la maggioranza delle associazioni locali
federate avevano questo nome. Evidentemente per aggregare le
persone decisero di puntare anche sull’amicizia (e non solo per
la bicicletta). Siamo "poco
professionali"? Può essere, ma non ci sembra. per uscire definitivamente da quel circuito di iniziative un po’ vacue come “Bimbinbici”, “Cantine aperte in bicicletta”, e svariati cicloraduni di amatori, per intraprendere seriamente un discorso serio su una rivoluzione possibile della mobilità che in Italia è ancora lontana dal realizzarsi. Allora, premesso che
Bimbimbici è un'iniziativa importante e utile, tanto che la
Commissione Europea ci ha fatto i complimenti ed ha intenzione di
inserirla tra le buone pratiche da consigliare ai governi e alle
amministrazioni di tutto il continente (ma ci sembra che anche
"da queste parti" l'idea di accompagnare/consentire ai
bambini di andare a scuola in bicicletta sia apprezzata), e che
per quanto riguarda "Cantine Aperte", se qualcuno ci
offre una buona bevuta non la rifiutiamo certo! :-) (… omissis…) Ormai dovrebbe essere evidente per tutti: la bicicletta è un mezzo di trasporto che fa bene all'ambiente. Basta guardare cosa succede nelle nostre città per colpa del traffico motorizzato (caos, inquinamento, incidenti, ecc.). Eppure, visto che in Italia la bicicletta è sempre stata considerata un "attrezzo sportivo", la FIAB a scanso di equivoci ha sempre dovuto premettere di non essere un'associazione sportiva o per il tempo libero.La FIAB invece è nata dal federarsi di gruppi locali cosidetti "cicloecologisti", ed è nata subito come associazione pseudo-ambientalista, per promuovere "l'uso della bicicletta con iniziative per migliorare mobilità e qualità della vita urbana e per la pratica di una forma di escursionismo rispettosa dell'ambiente". Ok. Questo l’anonimo l’ha copiato “pari-pari” dal nostro sito. Una formula troppo ambigua , se vogliamo essere obiettivi.Anche questo ci sembra un apprezzamento del tutto gratuito. Se qualcuno riesce a spiegarci dove sta l’obiettività! La frase invece riassume benissimo le nostre finalità. Tuttavia, nonostante il dilettantismo della Fiab Grazie ancora :-/ (… omissis ….) Ma chi è che, con iniziative ridicole come Bimbinbici,E’ fin troppo evidente che l’anonimo non sa neppure cos’è Bimbimbici, visto che non sa nemmeno come si scrive e che ritiene che questo importantissimo evento nazionale: comunica la bici come un gioco per bambini? La campagna Bimbimbici
verte su un punto nodale, che è "Bambini a scuola in
bicicletta", e vuole essere uno stimolo a restituire ai
bambini indipendenza ed autonomia negli spostamenti, al contrario
di adesso che vengono trasportati in auto, come pacchi, da
genitori stressati. La Fiab, appunto! Il mezzo è il messaggio: la Fiab passi in libreria e si compri McLuhan. L’anonimo passi invece su internet al sito www.bimbimbici.org e si faccia inviare dalla FIAB il libro “Bambini e bicicletta” per leggere di cose di cui sta parlando senza conoscerle.Stefano Gerosa,
Consigliere Nazionale e Webmaster FIAB |