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Critical
Mass
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Sabato 29 maggio
Luigi Riccardi, Presidente della FIAB alla
Ciemmona di Roma
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Nelll’ultimo weekend
dello scorso maggio si è svolta a Roma una critical mass nazionale, dai promotori denominata
confidenzialmente ciemmona. Il clou di questa performance è stato sabato
29 maggio con la massa che sì è
ritrovata al Colosseo per muoversi in bici per le strade trafficate di Roma con
sosta in Piazza del Popolo e passaggi
in Piazza Venezia, in via Conciliazione e in Piazza S.Pietro. Il traffico
motorizzato romano, almeno per questa volta,
ha dovuto arrendersi alla schiacciante superiorità numerica – la massa
critica appunto - delle biciclette.
Spontaneamente, vi hanno
preso parte anche dirigenti e soci di alcune associazioni della FIAB. Anche chi
scrive ha partecipato a questa prima CM nazionale per contribuire a
testimoniare l’opinione della FIAB rispetto a questo genere di eventi.
L’iniziativa delle CM in Italia – importata a Milano all’inizio del 2002 da
esperienze straniere, e prima di tutto da quella decennale di S. Francisco, e
rapidamente diffusasi in altre città italiane - fa bene alla promozione dell’uso delle bici e fa bene alle città; anche se le sensibilità di molti che
partecipano alle CM, le forme di azione e di organizzazione, possono essere
diverse dalle nostre. Peraltro siamo anche oggettivamente diversi: la FIAB è
una istituzione sociale in quanto federazione di associazioni, mentre CM
è un movimento poco strutturato, o
meglio un contenitore di movimenti diversi. Non ci turba il fatto che alcuni,
singoli o gruppi, che vanno alle CM ci
considerano "riformisti", mentre
ritengono se stessi
"rivoluzionari". Questa loro idea non ci deve impressionare
più di tanto , tenuto conto peraltro che si tratta di un déja vu in altri campi della vita sociale e
politica e in altri tempi. E poi siamo in buona compagnia: si tratta dello
stesso stereotipo che circolava a
S.Francisco rispetto alla locale associazione di ciclisti urbani (San
Francisco Bycicle Coalition-Sfbc), o in Germania rispetto alla ADFC.
Le associazioni Fiab si sono da sempre mosse avendo contestualmente due target
di riferimento : a) le pubbliche istituzioni nei confronti delle quali
fare lobbying per ottenere i
provvedimenti e gli interventi
necessari per far circolare le bici in sicurezza e confort; b) la società
civile e l’opinione pubblica all'interno delle quali agitare la questione della mobilità
sostenibile in generale, e ciclistica in particolare, per migliorare la
vibilità delle nostre città.
L'esperienza delle CM
senza dubbio privilegia il secondo target e
sta richiamando la nostra attenzione sulla necessità di rinvigorire l’iniziativa nei confronti della
società civile e dell’opinione pubblica come azione indispensabile per spostare
i rapporti di forza nei confronti della politica.
Insomma – accanto al
mantenimento della pratica consolidata
nei confronti delle istituzioni pubbliche titolari delle indispensabili
azioni per dare spazio alle bici – occorre anche scendere di più in piazza, stare di più tra la gente mediante manifestazioni,
banchetti, volantinaggi, nuovi servizi alla cittadinanza, dibattiti, mostre,
rapporti pubblici sulle cose che non vanno ed altro ancora.
Occorre anche prenderselo
lo spazio rilanciando le manifestazioni che si inseriscono nel traffico
cittadino motorizzato, facendogli fare
un passo indietro, senza tuttavia indulgere
in gratuite provocazioni. Come del resto si raccomanda nell’Appendicite
della bibbia in materia (Critical Mass. L’uso sovversivo della bicicletta,
a cura di Chris Carlson, Feltrinelli, 2003). Insomma occorre concretamente, e
non solo a parole, riconquistare lo spazio pubblico urbano sottratto abusivamente da una motorizzazione
di massa fuori controllo.
In definitiva, non si può
non condividere (a parte l’aggettivo grandioso
e un punto esclamativo di troppo) l’opinione di David Snyder, direttore di
Sfbc di S.Francisco (sul volume appena citato alle pagine 123-127) secondo il
quale “Nonostante tutti i suoi difetti, nei suoi momenti più rumorosamente
animati Critical Mass rimane un grandioso contributo alla causa del movimento
ciclistico. Basti pensare all’attenzione mediatica che ci ha procurato!”
Luigi Riccardi
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