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Padova 3 dicembre 2005
Conferenza annuale dei Presidenti delle associazioni aderenti alla FIAB onlus

Identità Fiab: missione - azione - comunicazione - politica organizzativa

È convocata a Padova il 3 dicembre 2005 alle ore 10:30 la conferenza dei Presidenti delle associazioni FIAB. La Conferenza annuale dei Presidenti rappresenta una importante e democratica occasione di confronto tra le associazioni e gli organi dirigenti della Fiab su questioni strategiche per la vita e lo sviluppo del nostro movimento cicloambientalista.

Il tema dell’incontro di quest’anno è:IDENTITÀ FIAB: MISSIONE – AZIONE - COMUNICAZIONE - POLITICA ORGANIZZATIVA
E’ opinione diffusa all’interno della FIAB che con lo status di associazione ambientalista a seguito del Decreto di riconoscimento del Ministero dell’Ambiente (28 maggio 2004) si sia conclusa una fase storica dell’associazione.
Una fase iniziata nel novembre 1988, anno di nascita della FIAB, scandita nel tempo da alcune vicende fondamentali nella vita dell’associazione e culminata appunto con il decreto ministeriale.
Il riconoscimento di associazione ambientalista non è una semplice formalità o un episodio marginale, seppur non sufficientemente enfatizzato come meritava rimane un elemento fondamentale che carica di responsabilità la Federazione sia nei confronti delle associazioni aderenti sia nei rapporti esterni, una responsabilità che ci obbliga a guardarci dentro, a ragionare sulle prospettive e a prendere, eventualmente, decisioni consapevoli; decisioni che ci permettano di collocarci meglio nel panorama associativo nazionale, che ci facilitino nel lavoro organizzativo e che ci consentano di comunicare meglio e con maggior efficacia i nostri messaggi.

maggiori informazioni: orari, mappa, relazioni pervenute


Relazione introduttiva scritta da Antonio Dalla Venezia e approvata dalla Presidenza FIAB

E’ opinione diffusa all’interno della FIAB che con lo status di associazione ambientalista a seguito del Decreto di riconoscimento del Ministero dell’Ambiente (28 maggio 2004) si sia conclusa una fase storica della Federazione.

Una fase iniziata nel novembre 1988, anno di nascita della FIAB, scandita nel tempo da alcune vicende fondamentali nella vita della Federazione e culminata appunto con il decreto ministeriale.

Il riconoscimento di associazione ambientalista non è una semplice formalità o un episodio marginale, seppur non sufficientemente enfatizzato come meritava; rimane un elemento fondamentale che carica di responsabilità la Federazione sia nei confronti delle associazioni aderenti sia nei rapporti esterni, una responsabilità che ci obbliga a guardarci dentro, a ragionare sulle prospettive e a prendere, eventualmente, decisioni consapevoli. Decisioni che ci permettano di collocarci meglio nel panorama associativo nazionale, che ci facilitino nel lavoro organizzativo e che ci consentano di comunicare meglio e con maggior efficacia i nostri messaggi.

IDENTITA’

E’ assolutamente necessario ribadire la FIAB è principalmente un soggetto politico, lo è in quanto i benefici che derivano dalla sua azione di lobbying ricadono sull’intera collettività e non esclusivamente su una cerchia minoritaria, seppur cospicua, di iscritti.

E’ pertanto indispensabile non scindere quelle che sono le missioni da quelle che sono le azioni che ciascun soggetto FIAB mette in campo per raggiungere gli obiettivi. L’escursione in bicicletta può essere fine a se stessa, se organizzata al di fuori dell’associazione, diventa azione politica se la si carica di altri significati, come ad esempio quello di promuovere il servizio di trasporto delle biciclette sui treni, una forma di intermodalità che sbrigativamente siamo soliti chiamare treno+bici, o di valorizzare una buona pratica a favore della ciclabilità. Questo è ciò che ci distingue dalle associazioni sportive e da altri soggetti organizzati che beneficiano e capitalizzano solo al proprio interno i risultati del loro lavoro.

La FIAB inoltre svolge anche attività sindacale non solo nei confronti dei soci dal momento in cui ha messo in campo le attività di patronato e di tutela legale, ma anche “erga omnes” in quanto utilizza tutti gli strumenti e le strategie proprie del modello sindacale senza esclusione alcuna, partendo da un atteggiamento propositivo passando ad azioni di rivendicazione e, nel caso servisse, anche ad azioni di lotta. E’ evidente poi che tali attività politico-sindacali devono trovare giusta espressione non solo all’interno delle sedi sociali ma anche, e soprattutto, all’esterno di esse attraverso un rapporto diretto con i cittadini e una grande capacità di ascolto, attività che si sviluppano mediante l’organizzazione di “ciclobanchetti” di “manifestazioni in bici” e altro.

Inoltre la FIAB svolge attività tecnico-culturali attraverso le attività formative (viaggi di studio, convegni, ecc.), le proposte di modifica/integrazione del Codice della Strada, la pubblicazione di manuali.

Possiamo perciò riassumere che la FIAB è un’associazione ambientalista che svolge attività culturale, politico e sindacale con assoluta competenza tecnica, dunque un centro di competenza, come si suole dire.

MISSIONE

Lo status di associazione ambientalista ci stimola ad affrontare anche la questione della missione probabilmente con occhi diversi rispetto al passato. Abbiamo sempre affermato, e riportato nei documenti ufficiali, che lo scopo principale della FIAB è quello della promozione dell’uso della bicicletta, in virtù di questo abbiamo definito “one issue” la missione della FIAB (organizzazione con un solo scopo). Abbiamo anche parlato di riqualificazione urbana e ambientale, ma sempre riferito all’uso della bici. Tuttavia proprio le attività delle maggiori associazioni aderenti alla FIAB, e in alcuni casi della FIAB stessa, si sono indirizzate in questi ultimi anni anche verso altri settori d’intervento dove la bicicletta ha un ruolo, ma potrebbe anche non averlo. Basti pensare, ad esempio, all’attività legata ai temi della Città possibile e alla Visione Zero e quindi ai temi della moderazione del traffico, ma anche ai temi della salute e dell’inquinamento dove i beneficiari dell’azione politica sono tutti i cittadini e quindi anche i ciclisti, ma non solo i ciclisti. Se questo è vero, è probabile che si possa ormai passare dal concetto di “one issue” a quello di “more issues”- vale a dire, sempre un’organizzazione di scopo, ma con più scopi - intendendo con questo valorizzare non solo il ruolo della bicicletta, ma anche tutte le tematiche che sinergicamente contribuiscono a delineare quella che comunemente viene chiamata mobilità sostenibile.

Questo ragionamento ci porta ad affrontare anche altri temi slegati dal concetto di mobilità dolce, ma che interessano il mondo del sociale, dell’ecologismo ed in generale del rapporto tra uomo e ambiente. Dobbiamo perciò ridefinire i limiti della nostra azione e decidere eventuali preclusioni.

MODELLO ORGANIZZATIVO

La FIAB ha assunto dalla nascita una struttura federativa, nel senso che i soci aderenti sono soggetti collettivi e non persone fisiche. In tal modo le associazioni aderenti sono assolutamente autonome nelle decisioni, nei bilanci, nella rappresentanza politica, ecc.

Le associazioni in quanto aderenti assumono degli obblighi nei confronti della federazione - la quota sociale, l’obbligo di affiancare l’acronimo FIAB alla denominazione - e sono titolari di alcuni diritti: la partecipazione all’assemblea nazionale, l’elezione dei componenti del CN e del presidente federale, la fruizione dei beni e servizi organizzati a scala nazionale; in altre parole, in una organizzazione di questo tipo l’esistenza stessa del livello nazionale (FIAB) dipende dall’ esistenza e dalla vitalità delle associazioni aderenti. Come per tutte le scelte, anche in questo caso si possono riscontrare vantaggi e svantaggi

A favore:

Maggior radicamento in quanto l’associazione aderente deve necessariamente garantirsi una certa visibilità (capacità d’iniziativa) se intende “pesare” nei confronti delle enti locali;

Maggior trasparenza nelle questioni economiche in quanto vi è un controllo sociale più immediato;

Maggior autonomia decisionale da cui scaturisce una forte propensione al volontariato e alla partecipazione perché i soci si sentono più coinvolti nelle decisioni associative.

Contro:

Le associazioni tendono a separare i due livelli e a dedicarsi maggiormente al locale: molte infatti sono le associazioni pressoché estranee alla vita della FIAB, non sono presenti negli appuntamenti fondamentali: l’assemblea, cicloraduno, coordinamenti regionali, ecc.;

Le quote associative rappresentano una percentuale molto bassa del bilancio della FIAB e quindi la capacità operativa del livello nazionale non si esprime compiutamente (i soci dell’ADFC – l’associazione dei ciclisti tedeschi - ad esempio versano 1/3 della quota annuale al livello nazionale, 1/3 al livello regionale e 1/3 al livello locale;

Il nome FIAB, con quello che ne consegue, fatica ad affermarsi localmente, dove permangono le denominazioni più diverse, e di conseguenza anche a livello nazionale;

Il livello regionale è compresso e poco rappresentativo.

Posto che l’identità, come sintesi coerente della sinergia tra la missione e le azioni, non è stata mai messa in discussione, diverso è stato invece l’atteggiamento di singoli dirigenti e associazioni rispetto, in particolare, al rapporto tra il livello centrale e quello locale. In questi si sono sedimentate molte proposte, anche se non ufficiali, di modifica organizzativa e strutturale ma la cosa ha avuto poco seguito proprio perché era in corso un processo di crescita che tardava a sostanziarsi.

A bocce ferme abbiamo ora l’occasione di confrontarci sulle politiche organizzative, sul rapporto tra i vari livelli e sull’autonomia degli stessi, sulla capacità stessa di affrontare sfide più ambiziose sia in termini economici che di risorse umane, in pratica abbiamo la possibilità di ridefinire un percorso che dovrà trovare altri momenti di confronto, a partire dalla prossima assemblea nazionale.

In particolare, oltre ai temi più sopra accennati è importante dare una risposta alle seguenti domande:

· Come sviluppare il senso di appartenenza – per non dire l’orgoglio di appartenenza - ad un unico movimento cicloambientalista articolato territorialmente (non dimentichiamo che ci sono ancora dirigenti di associazioni aderenti alla FIAB cui scappa di dire voi della FIAB);

· Come sviluppare l’immagine della Federazione (nome, logo, simboli, ecc.);

· Come contribuire economicamente alla vita della Federazione.

sabato 26 novembre 2005

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 pagina aggiornata il 28.11.2005