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 Articolo di Le Monde

Ciclisti in crescita in Francia
(e non sono considerati un pericolo!)

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Articolo interessante da Le Monde pubblicato il 28.8.09, qui l'originale in francese

Traduzione in italiano

Caterina, parigina, va tutti i giorni al lavoro in bicicletta.
Racconta: “ l’altra mattina arrivavo davanti all’Assemblea Nazionale e mentre stavo per prendere il ponte de la Concorde, un’ambulanza mi ha urtata senza vedermi.
Ho fatto un capitombolo e mi sono incrinata il coccige.
Ma non ho fatto denuncia: mi sentivo un po’ in colpa perché stavo con il cellulare all’orecchio”

Caterina fa parte di quei ciclisti imprudenti, e dunque vulnerabili, che la polizia di Parigi sanziona sempre più spesso, come indica l’ultimo bilancio dell’incidentalità parigina apparso in aprile.
Gli agenti hanno emesso 13.842 verbali d’infrazione nel 2008, ovvero un aumento del 17,97% rispetto al 2007.
Essi intervengono particolarmente quando una bici passa con il rosso o non segnala il cambio di direzione.

L’incremento dei ciclisti, legato alla cresciuta importanza dei valori ambientali, al successo delle bici pubbliche e alle sistemazioni urbane, aumenta l’insicurezza stradale?
“Non si può stabilire una relazione tra le infrazioni che commettono (i ciclisti, ndt) e gli incidenti.”
Risponde Véronique Michaud, segretario generale del Club des villes et territoires cyclables, un’associazione di comunità che cercano di promuovere l’uso della bicicletta.
“Una bicicletta che brucia un semaforo perchè gira a destra non crea nessun incidente, a differenza di una macchina. D'altronde Strasburgo e la comunità urbana di Bordeaux autorizzano i ciclisti a svoltare a destra senza fermarsi , a titolo sperimentale. Quella che oggi è un’infrazione verbalizzata, dunque, potrebbe domani diventare la regola, come si è constatato con i sensi vietati, ormai autorizzati ai ciclisti (in tutta la Francia) nelle zone a 30 km/h”, osserva Michaud.

Il comune di Parigi, che ha fortemente modificato il paesaggio della capitale dal 2001 per favorire la pratica della bicicletta, ridimensiona anche la gravità delle infrazioni commesse dai ciclisti.
“Sui 2.300 incidenti coinvolgenti un ciclista accaduti dal 2004 al 2008, i ciclisti avevano bruciato un semaforo in 110 casi. Ma in 670 casi era stato vittima dell’apertura della portiera di un’automobile”, essa ricorda.
Nella capitale i ciclisti “sono responsabili solo del 44% degli incidenti nei quali sono stati coinvolti nel 2008, contro il 55% per i motociclisti, il 60% per i pedoni e il 74% per gli automobilisti.”, si precisa in Municipio.

Le statistiche della Polizia di Parigi fanno pensare che è molto pericoloso andare in bici: nel 2008 i ciclisti hanno rappresentato circa il 7% delle vittime di incidenti, pur rappresentando soltanto il 3% del traffico. E il numero di queste vittime non ha cessato di crescere: 378 nel 2001, 506 nel 2006, 694 nel 2007, 635 nel 2008.
Questi numeri tuttavia devono essere messi in relazione con la crescita del numero dei ciclisti: + 113 % tra il 2001 e il 2008.
"Tra luglio 2007 e luglio 2008, c’è stato un aumento del 70 % degli spostamenti in bicicletta, legato al successo di Velib, ma solamente un incremento di + 21 % d'incidenti", indica la municipalità parigina.

Stesso fenomeno a Lione. Gli spostamenti sono aumentati "dell’ 80% tra il 2005, anno di avvio del servizio di bici pubbliche, e il 2007. Ma il rischio d’incidenti rapportato al numero degli spostamenti è 1,7 volte inferiore a quello precedente al 2004” dice la Fédération des usagers de la bicyclette.
Nell’intera Francia, "gli incidenti sono stazionari dal 2004", intorno ai 5.000 per annno, invece dei 15.000 circa del 1970, constata l'Observatoire national interministériel de la Sécurité routière, in uno studio del 2008.

Tutti gli specialisti della Sicurezza stradale sembrano d’accordo: “più ci sono biciclette, meno ci sono incidenti”. Per questi esperti, “il principale pericolo che minaccia i ciclisti è l’angolo morto dei camions”: gli autisti non vedono i ciclisti affiancati al loro rimorchio.
Ultimo dramma in ordine di tempo: il giudice istruttore Catherine Giudicelli è stata uccisa da un mezzo pesante mentre circolava con Vélib à Montrouge (Hauts-de-Seine), il 7 agosto. L’Unione Europea impone che i camion immatricolati a partire dal 1° gennaio 2000 siano equipaggiati con dei retrovisori a grandangolo. Ma il resto del parco mezzi circola sempre.

Rafaële Rivais
Articolo pubblicato nell’edizione di Le Monde del 28.08.09

 

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