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 Servono vere piste ciclabili
Corriere della Sera:
Beppe Severgnini scrive ancora a favore della bicicletta

Il 22 settembre è uscito sul Corriere della Sera un nuovo articolo di Beppe Severgnini. L'articolo purtroppo non è reperibile nell'archivio di www.corriere.it, pertanto ve ne riproponiamo il testo.

Il sindaco, i milanesi e la voglia di bicicletta
Servono (vere) piste ciclabili
di BEPPE SEVERGNINI

«Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia», cantava De Gregori. Anche un sindaco, secondo me. Un sindaco dovrebbe battersi, lanciare lungo e volare alto. Davvero non ho capito, caro Albertini, perché nei giorni scorsi s'è incastrato in quell'inutile polemica sull'Olimpico, San Siro e i demeriti dei rispettivi uligani. Trascurando l'argomento del mese: le biciclette. Peccato: perché potrebbero salvare la città. A Milano le bici sono appena state protagoniste di un Salone, di un Festival, di molte escursioni e altrettante discussioni. Domani si tornerà a parlarne ricordando la «giornata europea delle città senz'auto» (che cade oggi, ma Palazzo Marino non aderisce). Non sarei stupito se, alla bicicletta, i milanesi dedicassero un monumento, un antipasto, un concorso di poesia e una rassegna di film d'autore. Ma non servirebbe: ci vogliono le ciclabili. Quelle attuali - 78 chilometri di mozziconi centrali e tratti periferici, alcuni di dubbia utilità - non bastano. Occorrono ciclabili vere, testarde, autoritarie: strappate alle auto, ricavate dagli spartitraffico, tracciate sulle circonvallazioni, piazzate al posto delle rotaie dei tram che non passano più. Ciclabili ubique, che offrano a migliaia di persone non un hobby o una sfida, ma un'alternativa: «Ehi, posso andare al lavoro in bicicletta! Perché no?». Piani per costruirle? Non pare. Apro la sezione «Progetti» su www.comune.milano.it : di ciclabili, neanche l'ombra. Curioso: perché è chiaro che i grandi piani e le dichiarazioni volonterose ci hanno lasciato dov'eravamo. Nell'anno quarto del ventunesimo secolo il traffico milanese è un casino (termine tecnico: le altre sono variazioni sul tema). Le auto s'accavallano, si moltiplicano, s'allargano (ci mancavano pure i Suv). Occupano ogni strada di giorno e ogni marciapiede di notte. Milano è loro: tutti gli altri, s'adeguano. Chiamo l'assessore al traffico Giorgio Goggi. Se non altro, è sincero: mi spiega che «la priorità va al trasporto pubblico» e alla creazione di «isole ambientali dove le auto non potranno superare i trenta all'ora» (stupendi, gli eufemismi amministrativi). E le bici? «Occorre prima ridurre il traffico. Rispetto al problema della mobilità, la bicicletta non ha un'importanza dirimente: la tariffazione sulla sosta ha un'efficacia molto più elevata. Oggi solo tre persone su cento si spostano pedalando». Be', è comprensibile: non vogliono rischiare la pelle, come ha fatto il sottoscritto per il divertimento (civico-sadico) dei lettori del Corriere . Diverse città europee - più grandi, piovose e fredde di Milano - hanno deciso invece di puntare sulle due ruote, e sono state premiate. I lettori di Corriere.it hanno scritto da Amsterdam, Vienna, Monaco di Baviera, Copenhagen: spiegando come funzionano le cose lassù. Racconta Stefano Spiniello (s872093 a students.uni-bocconi.it). «Qui a Copenhagen quasi tutte le strade hanno la pista ciclabile; dove non esiste, gli automobilisti, prima di svoltare, devono far passare i ciclisti. Così i genitori possono portare tranquillamente i figli di pochi anni in bici, senza attentare alla loro vita, come accadrebbe se fossero a Milano». Così si fa, caro Albertini. Ma per farlo - come dicevamo - occorrono coraggio, altruismo e fantasia. E magari una certa rapidità d'azione. Altrimenti Milano verrà strangolata dal traffico, lasciando occasioni e abitanti: e perderà la partita. Magari non ci ha fatto caso, signor sindaco: siamo già a metà della ripresa. C'è tempo, ma non moltissimo. 


Anche nella sua rubrica Italians, sul Corriere.it, Severgnini pubblica vari interventi a favore della bicicletta .
Segnaliamo innanzitutto la risposta della FIAB:
Forza ciclisti, che ce la facciamo! Doretta Vicini, Vice-presidente Di Ciclobby/fiab, Luigi Riccardi, Presidente Fiab

Altri interventi (compreso quello del vostro webmaster Fiab):

 

 L'Odissea di un ciclista a Milano
Corriere della Sera:
Beppe Severgnini per un giorno ciclista urbano nella metropoli lombarda

Un giro per ciclabili e strade normali in un giorno di pioggia
Prova su strada di Beppe Severgnini tra pedoni insofferenti, auto in sosta vietata e giganteschi fuoristrada.
Sul sito del Corriere della Sera:
www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/09_Settembre/16/bicimilano.shtml

Sullo stesso sito si veda anche lo speciale Vivimilano:
Ogni giorno 30 mila ciclisti in città
«Strade pericolose, troppi rischi per le bici»
www.corriere.it/vivimilano/speciali/2004/09_Settembre/16/piste.shtml

 

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