In ricordo di Gino BartaliNegli anni '40 all'Oratorio Salesiano di
S.Agostino di via Copernico a Milano, i ragazzi, prima dell'inizio della proiezione del
film alla domenica pomeriggio, e durante l'intervallo, si dividevano spontaneamente in due
gruppi: gli uni urlavano "coppi, coppi, coppi..." e gli altri "bartali,
bartali, bartali...". Il rumore era assordante, ma nessuno è mai riuscito a capire
quale era il gruppo vincente.
L'Italia sportiva era proprio divisa in due, come quella politica.
Non a caso Bartali era dell'Azione cattolica (in borghese ne ostentava il distintivo
all'occhiello) e ritenuto democristiano, mentre Coppi era considerato comunista.
In realtà, prima di tutto, erano amici e si volevano bene. Come, alla fin fine, gli
italiani erano più uniti e costituivano più comunità di quel che non sia oggi.
Anche se per i media erano disposti, soprattutto il toscanaccio Bartali, a fingere
rivalità e conflitti insanabili. Ancora poco tempo fa, a chi gli chiedeva chi aveva
passato la borraccia a chi nella storica foto, il vecchio Gino rispondeva, con sicurezza,
che era stato lui a passarla a Fausto, ma, ridachiando con gli occhi furbi, lasciava
intendere che forse poteva essere anche il contrario.
Con la scomparsa di Gino Bartali se ne va un pezzo importante della
storia dell'agonismo ciclistico d'Italia, ma, più in generale, anche della storia civile
e politica del nostro Paese.
Tutti noi della FIAB partecipiamo a questo lutto del ciclismo
italiano.
Luigi Riccardi - Presidente FIAB
|