Lodi
31.03
Convegno
Verso una rete ciclabile nazionale
Assemblea
di Lodi
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Questo è
il documento conclusivo del convegno di Lodi di venerdì 31 marzo 2006
(che ha preceduto l'Assemblea Annuale della FIAB) , approvato
all'unanimità dai partecipanti, il quale sarà diffuso - tramite
l'impegno della Provincia di Lodi - all'UPI (e quindi a tutte le province
italiane), all'ANCI (e quindi a tutti i comuni italiani) ed al Governo
nazionale.
A RUOTA LIBERA
CONVEGNO NAZIONALE SULLA MOBILITA’ CICLISTICA
Lodi, Parco Tecnologico Padano - 31
marzo 2006
DOCUMENTO DI SINTESI DEI
LAVORI
E’ costituito in seno al convegno il
gruppo di lavoro incaricato della sintesi dei lavori e della redazione del
presente documento di sintesi.
Il gruppo è coordinato da
Dott. Albano Marcarini Presidente
di Co.Mo.Do (Confederazione Mobilità Dolce)
Ed è composta da:
dott. Luigi Riccardi Presidente
della F.I.A.B. (Federazione Italiana Amici della Bicicletta)
Dott. Claudio Pedroni Responsabile
Tecnico della F.I.A.B.
Arch. Fabio Lopez Nunes Direttore
del Settore Parchi e Mobilità Ciclabile della Provincia di Milano
Avv. Claudio Linzola Consulente
Giurirido del Parco Adda Sud
Arch. Savino Garilli Dirigente del
Settore Viabilità della Provincia di Lodi
Il Gruppo di lavoro costituitosi in seno
al convegno “A RUOTA LIBERA – Verso una rete ciclabile nazionale”,
tenutosi in Lodi, presso la sala convegni del Parco Tecnologico
Padano, il giorno 31.3.2006
Esaminati gli atti di preparazione del
convegno.
Uditi gli interventi dei relatori.
Viste le esperienze degli Enti convenuti.
Tenuto conto degli interventi dei
partecipanti.
Propone, a tutte le amministrazioni
locali, il presente documento, da sottoporre all’attenzione del governo
nazionale perché attivi la predisposizione di uno specifico apparato
normativo concernente la rete ciclabile nazionale.
“Premesso che:
-
la bicicletta ha
conosciuto in questi anni un deciso rilancio, qualificandosi sulle
brevi distanze come una valida alternativa ai mezzi a motore ed anche
sulle più lunghe ove integrata con il trasporto pubblico ;
-
la rete ciclabile
– costituita da apposite dotazioni infrastrutturali (quali piste
ciclabili, sottopassi, passerelle, aree di sosta ) e presidiata da
provvedimenti di moderazione del traffico - risponde all’esigenza di
chi, dovendosi spostare per motivi di lavoro, di studio, di svago e
turismo, intende optare per un mezzo di trasporto pratico, economico e
assolutamente non inquinante;
-
diverse realtà
provinciali e comunali si stanno dotando di reti di percorsi ciclabili
sempre più articolate e diffuse;
-
sempre più
frequentemente le reti ciclistiche locali si intrecciano con i grandi
percorsi europei e si integrano con altre modalità di trasporto,
ponendo le basi per un sistema di mobilità ecologica e compatibile ;
-
le reti ciclabili
costituiscono occasione di fruizione e valorizzazione turistica del
territorio;
-
le reti ciclabili
costituiscono occasione di valorizzazione paesaggistica dei territori
attraversati;
-
le reti ciclabili
sono formate da percorsi in sede propria, percorsi arginali, su strade
interpoderali e su percorsi promiscui qualora sia possibile assicurare
la compatibilità e la sicurezza del transito ciclistico;
-
già oggi in molte
realtà italiane oltre il 10% degli spostamenti viene effettuato
utilizzando la bicicletta;
-
lo sviluppo delle
reti ciclabili costituisce occasione strategica tanto nell’ottica di
riduzione dell’inquinamento atmosferico, quanto per il miglioramento
del traffico, che per la valorizzazione turistica del territorio;
Rilevato che:
-
la normativa
vigente in materia, è costituita dal Codice della Strada che
contempla le piste ciclabili e i percorsi ciclabili nonché dalla
normativa applicativa, costituita dal D.M. LL.PP. n. 557 del
30.11.1999, che contiene le norme tecniche per la costruzione delle
piste ciclabili, in applicazione della Legge 19.10.1998 n. 366 ( Norme
per il finanziamento della mobilità ciclistica”;
-
il Codice della
strada prevede le indicazioni segnaletiche essenziali, limitatamente
all’individuazione della pista ciclopedonale quale percorso “dedicato
a determinate categorie di veicoli”;
-
la segnaletica dei
percorsi ciclabili si presenta spesso insufficiente a rappresentare le
norme di comportamento dell’utenza e a fornire indicazioni alle
manovre ed all’orientamento del ciclista;
-
in tale quadro le
realtà locali spesso interpretano in maniera autonoma lo sviluppo
della segnaletica di indicazione con caratteri disomogenei rispetto ai
territori limitrofi;
-
le norme di
sicurezza previste dal codice della strada e dalle normative
specifiche sulle protezioni marginali (Decreto Ministeriale
20/2/1992)individuano dispositivi che, ancorché efficaci, non si
rivelano sempre adatti alle necessità di arredo delle piste ciclabili
e di sicurezza per i ciclisti;
-
in assenza di
specifiche indicazioni le interferenze tra le piste ciclabili e la
rete stradale sono lasciate alla discrezionalità dei progettisti che
talvolta individuano soluzioni progettuali di dubbia efficacia sia in
termini di sicurezza, sia in termini di fruibilità delle piste;
-
manca una
normativa aggiornata che consenta la fruibilità delle strade d’argine
e delle strade alzaie quali percorsi ciclabili, che garantisca la
sicurezza per l’utenza con adeguati presidi;
Ritenuto che
-
la rete ciclabile
debba essere considerata come un vera e propria rete infrastrutturale
di livello nazionale, al pari della rete stradale e ferroviaria,
inserita nelle reti ciclabile di livello europeo, integrata con le
altre modalità di trasporto;
-
la segnaletica
della rete ciclabile debba presentare caratteri uniformi ed omogenei
su tutto il territorio nazionale, prevedendo adeguate ed efficaci
rappresentazioni relativamente alle norme di comportamento e alle
indicazione per utenza;
-
le norme di
comportamento, di sicurezza e di uso delle sedi ciclabili, debbano
essere disciplinate giuridicamente in modo unitario, omogeneo, anche
sotto il profilo sanzionatorio ed in armonia con le norme europee ove
esistenti;
-
le norme debbano
contenere prescrizioni relative alla fruibilità in condizioni di
sicurezza delle strade arginali e delle strade alzaie;
-
la auspicata
normativa di settore debba essere finalizzata ad orientare
efficacemente l’azione amministrativa degli Enti Pubblici, anche
allo scopo di evitare il contenzioso connesso alle responsabilità
derivanti dagli eventi che si possono verificare nell’utilizzo delle
reti ciclabili;
Preso atto:
-
dell’art 1 del
Codice della Strada che recita: “La sicurezza delle persone, nella
circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie di ordine
economico perseguite dallo stato”.
-
della Legge n. 85
del 22/3/2001 contenente la delega al Governo per la revisione del
Codice della Strada;
-
della Delibera del
CIPE del febbraio 2001 che ha introdotto il concetto di rete nazionale
di percorribilità ciclistica;
-
del progetto
BICITALIA (www.bicitalia.org)
per le realizzazione della rete nazionale di percorsi ciclabili
elaborato da FIAB
-
del progetto
EUROVELO ( www.eurovelo.org)
elaborato dalla Federazione Europea dei Ciclisti nel 1995, per la
realizzazione di dodici ciclopiste su lunghe distanze attraverso tutta
l’Europa;
-
che diversi Stati
Europei (Gran Bretagna, Germania, Danimarca, Austria, Svizzera, Olanda
ed altri) sono già dotati di una articolata rete ciclabile nazionale;
-
del progetto di
legge per la tutela dei sedimi delle ferrovie dismesse in vista del
loro recupero ciclo pedonale elaborato da CoMoDo (www.fiab-onlus.it/comodo.htm.);
-
delle proposte di
modifica al Codice della Strada elaborate da FIAB (www.fiab-onlus.it)
per la Segnaletica per Itinerari Ciclabili (ciclovie);
Tutto ciò richiamato
gli Enti di seguito elencati
SOTTOPONGONO
il presente documento all’attenzione
del Governo della Repubblica perché predisponga specifica disciplina
normativa, concernente il sistema delle piste ciclabili, quale rete
infrastrutturale nazionale, caratterizzato dalla:
-
individuazione del
mezzo di trasporto della bicicletta quale una delle componenti
essenziali della mobilità, soprattutto sul corto/medio raggio, negli
spostamenti quotidiani così come per il turismo;
-
individuazione
della rete ciclabile quale rete infrastrutturale di livello nazionale;
-
inserimento della
rete ciclabile italiana nel sistema delle reti ciclabili europee,
integrata con le altre modalità di trasporto, al fine di definire un
sistema generale della mobilità ecologica e compatibile;
-
definizione delle
norme di comportamento, delle norme tecniche costruttive, e per la
sicurezza dei percorsi e dell’utenza, nonché per il corretto uso
delle sedi ciclabili.;
-
definizione di un
sistema segnaletico idoneo a rappresentare adeguatamente all’utenza
gli obblighi, i divieti e le altre opportune indicazioni, lungo le
rete ciclabile con caratteri omogenei ed unitari su tutto il
territorio nazionale ;
-
aggiornamento
della normativa concernente l’uso delle strade arginali e delle
strade alzaie, in relazione alla loro vocazione ciclabile, garantendo
la sicurezza per l’utenza;.
-
sostegno
finanziario alle iniziative pubbliche in favore della mobilità
ciclistica, individuando anche una quota del budget per la viabilità
e i relativi incrementi strutturali;
-
politiche di
incentivazione per i servizi per la mobilità ciclistica e la relativa
intermodalità.
Segue elenco delle Deliberazioni di
approvazione del documento da parte delle Amministrazioni
sottoscriventi. “
Il presente documento,
una volta approvato dal Consiglio Provinciale di Lodi , sarà trasmesso
all’unione Province d’Italia ed all’Associazione Nazionale Comuni d’Italia,
perché lo trasmettano a tutti gli associati per la condivisione e l’eventuale
adesione.
Il documento, unitamente
all’elenco degli atti approvativi, sarà inviato all’attenzione del
Governo della Repubblica, a cura della Provincia di Lodi, perché promuova
l’avvio del percorso normativo per l’individuazione della rete
ciclabile nazionale.
L’adesione al documento sarà
manifestata attraverso l’approvazione da parte degli organi competenti e
la successiva trasmissione alla Provincia di Lodi di copia degli atti
approvativi.
Il GRUPPO DI LAVORO
Dott. Luigi Riccardi
Dott. Claudio Pedroni
Arch. Fabio Lopez Nunes
Avv. Claudio Linzola
Arch. Savino Garilli
Dott. Albano Marcarini |